Ci sono luoghi, edifici, angoli di verde che in ognuno di noi come d’incanto nel rivederli ti riportano indietro nel Tempo. Tutto comincia al Viale Tenente Lena...
Salvatore Battaglia, presidente dell’Accademia delle Prefi, ci manda un breve racconto che evidenzia uno squarcio del passato in Sicilia, il Caffè Talmone degli anni Sessanta a Ragusa.
Un bel tuffo nel passato, che condividiamo con voi in
questo giorno di Natale.
Ci sono
luoghi, edifici, angoli di verde che in ognuno di noi come d’incanto nel
rivederli ti riportano indietro nel Tempo. Beh… è successo proprio due giorni
fa, quando per puro caso passai con la mia autovettura in Viale Tenente Lena…a
Ragusa.
Un’ Immagine chiara e nitida… i tempi del Talmone! Era il 1965 quando mio zio Benito e mia zia Lucia intrapresero un percorso, lungo una vita intera, nella gestione di un Caffè che ha fatto storia in città.
Il Benito
aveva lavorato sia al Caffè Trieste che al Caffè Italia e collaborato
all’apertura del Mediterraneo nel 1955; dopo queste importanti esperienze
lavorative prese in gestione le Torri d’argento, e io vi entrai (come nipote)
ritrovandomi in un ambiente decisamente in stile Americano! Una struttura
innovativa per quei tempi: la prima Piscina a Ragusa, il Mitico bagnino
Carnemolla, una grande sala con camino, salotti, sala biliardo, il Ping Pong
(tennis da Tavola) un campo da Tennis e di Pallacanestro ed il Bar… Il primo
Toast della mia vita lo assaporai lì (Mi sentivo in America). In seguito, lo
zio prese in gestione il ristorante Bellavista a Marina di Ragusa ma quando fu
raso al suolo da un incendio vendette la licenza a Gino e Paolo, che vi
fondarono l’omonimo bar; lo zio invece prese in gestione il Miramare. Quella fu
davvero un’epoca mitica, si credeva in un futuro migliore… erano gli anni del boom
economico.
Intanto il
tempo passava e come si faceva a quei tempi, i ragazzini per le vacanze
d’estate andavamo a fare i garzoni nelle botteghe o nei Bar. Quando lo zio Benito
prese in gestione il Talmone nel centro della città nuova, che a quei tempi era
il cuore pulsante della città, il bar era circondato da tante banche,
assicurazioni, tantissimi uffici, senza contare negozi e cinema. Al cinema La Licata,
ad esempio, si faceva la matinée, lo spettacolo domenicale a cui tante famiglie
prendevano parte e viale Tenente Lena diventò il prolungamento della via Roma,
affollatissimo di gente che faceva lo Struscio (la passeggiata).
Al Talmone
si andava anche per vedere la Televisione… la maggioranza della cittadinanza
che ne era sprovvista, si ritrovava in un’atmosfera da cinema neorealista.
Io portavo le
ordinazioni con la” guantiera “(vassoio) di metallo nei vari uffici della zona…
prendevo l’ascensore del palazzo La Licata (un’emozione indescrivibile…) e
portavo agli impiegati di Alleanza Assicurazioni la colazione di granite, brioche,
caffè etc, con una traballante mano da super principiante e se qualcosa fosse
fuoriuscito dai bicchieri sarei stato benevolmente perdonato perché mi vedevano
giovane ed educato.
Il Caffè
raggiungeva il massimo della sua potenzialità per le festività: I cesti e le
confezioni di regalo erano uno splendore… ogni azienda metteva in risalto il
meglio della produzione in quei periodi… un piacere per gli occhi e per il
palato. I clienti erano ben consci di essere parte dell’ambiente e andavano
orgogliosi di essere annoverati come clienti del Talmone.
Ma il giorno
più importante per la città e per il Talmone era la festa del Santo Patrono di Ragusa,
San Giovanni Battista “senza Priculi ne Danni”; già da tempo i più esigenti
clienti prenotavano il tavolo fuori dal bar per la serata della processione, si
ci portava per l’occasione la famiglia vestita a festa, sfoggiando abiti
nuovi e acconciature o parrucche per le donne alla moda (le parrucche comprate da”
Sarino” uno dei primi parrucchieri di
classe della città) e sì ordinava senza badare a spese la consumazione. La Pina
(mia madre) anche Lei sfoggiò quell’anno, in cui ebbe inizio la mia esperienza
lavorativa al Caffè Talmone, la sua parrucca bionda, destando incredulità e
meraviglia nel fratello Benito… Al tavolo bisognava prendere la sofferta decisione…
aspettata per tutto l’anno.” Scusi -si pronunciava il Capo Cameriere-desiderate
Il Pezzo Duro o il Semifreddo?
Oggi, più
che mai, sento che abbiamo perso la speranza e la voglia di fare qualcosa che
possa soddisfare i nostri sogni e le nostre aspettative. Ma noi siamo sempre
fiduciosi e aspettiamo giorni migliori e, come da manuale di storia, siamo
sicuri di farcela … ad maiora!
Salvatore Battaglia
Presidente dell’Accademia delle Prefi
Bellissima storia, vera e commovente
specie per me che abitavo in via dottor Pluchino che si trova
dalla parte delle porte posteriori del Cine Lalicata …….
da picciriddu sentivo addirittura da casa, i forti delziosi odori
della pasticceria del Talmone , che era il bar preferito di mio papa’ Ettore Dotto
Che nostalgia….che bei tempi ………
Grazie per questi bei ricordi
oggi per me molto a me vicini e commoventi <3