Si celebrerà il 15 settembre, in tutta Europa, la prossima Giornata della Cultura ebraica
Si celebrerà il 15 settembre, in tutta Europa, la prossima Giornata della Cultura ebraica. Per l’Italia la città capofila per questa edizione sarà Parma, ma su tutto il territorio nazionale sarà, in tantissime città, un fiorire di colorite manifestazioni. Visite ai siti d’interesse storico e culturale, recital, esibizioni di gruppi musicali, degustazioni di cibi caratteristici della tradizione, incontri con personalità del mondo della cultura e dello spettacolo. Non saranno dimenticati nemmeno i più piccini, che troveranno tante occasioni per divertirsi.
L’evento è finalizzato a promuovere la conoscenza e l’approfondimento del mondo ebraico nella sua complessità e nelle mille sfaccettature che lo compongono. Quest’anno il tema prescelto come filo conduttore della manifestazione è “I sogni”, argomento assai caro alla cultura e alla tradizione ebraica, che si snoda dai vari episodi della narrazione biblica, in cui i sogni hanno un ruolo centrale e determinante, sino alla moderna psicoanalisi di Sigmund Freud, che ha fatto del sogno il grimaldello per addentrarsi nei recessi dell’animo umano.
Se l’inventore di questa nuova scienza non volle mai accettare, per la sua analisi della psiche, l’etichetta di scienza ebraica, è pur vero che la cultura che respirò il giovane Sigmund, sin dai primi anni di vita, nell’ambito della sua famiglia d’origine, fu segnatamente e tradizionalmente ebraica. Circostanza che lo indusse ad avere quasi una sorta d’invidia nei confronti del proprio padre Jacob, che per tutta la vita continuò a leggere la Bibbia, scritta in ebraico, lingua di cui lui non riuscì mai ad avere una approfondita conoscenza.
Il sogno nella cultura ebraica ha sempre rivestito una grande valenza sacra. Il filosofo ebreo Filone di Alessandria (10 a. C.-50 d.C.) lo considerava uno dei modi prescelti da Dio per comunicare con gli uomini. Per un altro pensatore medievale, Isacco Israeli (850-950), il sogno è lo stadio iniziale della profezia e il vero profeta è colui che è in grado di interpretare, esattamente, la visione del sogno, risalendo alle origini. Nello Zohar, il grande libro della mistica ebraica, in linea con quanto sostenuto da Platone, viene sostenuto che l’attendibilità del messaggio dei sogni dipende dal livello di probità di chi sogna, giacché i sogni del malvagio vengono trattenuti e attratti dal modo scuro, non si elevano, e hanno contenuti falsi o comunque non illuminanti.
I sogni di cui è riferito nella Thora (Bibbia ebraica) secondo lo storico Le Goff sarebbero 43, e conterrebbero sempre messaggi di origine divina. Basta ricordare i sogni di Giacobbe, mentre fugge dal fratello Esaù, che aveva privato della primogenitura; Giuseppe che profetizza, al Faraone, il succedersi dei sette anni ricchi, a un egual numero di anni carestia, e Samuele che viene chiamato da Dio al suo destino, nel sonno.
Appare alquanto pertinente che gli organizzatori della manifestazione della Giornata europea della Cultura ebraica, che hanno scelto questo tema, abbiano fatto propria, per sollecitare l’interesse all’argomento, l’antica massima tratta dal Talmud “Un sogno non interpretato è come una lettera non letta”.