L’ultimo libro di Erri De Luca, dal titolo “Prime Persone”, sugli scaffali delle librerie ormai da alcune settimana, offre uno sguardo assolutamente innovativo su oltre cento personaggi biblici, in un’ottica assolutamente distante dai canoni di lettura teologici tradizionali.
L’autore, ricco della sua padronanza della lingua ebraica e di una costante frequentazione delle Scritture, ha avuto modo di acquisire una conoscenza dei suoi personaggi libera da dogmi e condizionamenti religiosi. Ne ha raccolto le loro biografie di uomini, di veri protagonisti lontani dalla visione oleografica tradizionale e ha dato loro l’opportunità di raccontarsi, in prima persona, e mettere in luce il loro pensiero anche quando questo può apparire rivoluzionario, irriverente e all’occasione di difendersi da colpe che sono state ascritte loro perché così doveva essere.
Sono Primi Uomini, perché vere o leggendarie che siano state le loro vite restano i nostri predecessori e nelle loro storie ha avuto origine la matrice della civiltà giudaico-cristiana. In proposito, l’autore, riflettendo sul procedere della storia del genere umano, osserva che secondo la visione biblica ciascuno di noi è un nodo dell’orditura di un grande unico tappeto, in cui nessuno è fuori posto. Ma ciò non comporta una passiva accettazione della collocazione ricevuta. Infatti, partendo dall’inizio, se Adamo si sente appagato dall’essere il Primo Uomo da cui ha avuto origine l’intera umanità e accetta di buon grado il compito che gli viene affidato di dare, a sua discrezione, un nome alle cose e in specie agli animali, quale attività necessaria per completare la creazione, quasi una sorta d’inventario per fissare l’ordine del mondo.
Per Eva il discorso è tutt’altro. La sua figura comunemente banalizzata e relegata al ruolo della tentatrice, anche a causa di un fraintendimento di origine medievale in merito al frutto dell’albero del bene e del male, quindi relegata alle più modeste ragioni della libido, in realtà è la più grande rivoluzionaria della storia del genere umano. De Luca ci presenta una donna consapevole e amante della libertà in capo a ogni cosa e a ogni costo, che ha accettato di buon grado la cacciata dall’Eden come un rischio previsto. Quindi la disobbedienza della Prima Donna diviene il fondamento della libertà umana. Eva aggiunge, “Se l’avessimo saputo prima avremmo disobbedito prima”, per non restare più a lungo senza avere una reale conoscenza di se. Rifiuta di vivere in quest’area di assoluto confort per conquistare l’arbitrio e la libertà di scelta per ogni evento della vita, inducendo Adamo a seguirla nella trasgressione. Queste biografie, tutte molto vivaci, appaiono inaspettate e sorprendenti, estremamente umane e assolutamente coinvolgenti.
Saltando di qualche millennio anche Sansone, comunemente conosciuto come un energumeno, dedito alle passioni e agli eccessi, tronfio della sua illimitata forza fisica e poi miseramente finito tra le grinfie di Dalila, nelle pagine di questo libro assume una luce di autentica umanità e una sua dignità, che coinvolge il lettore, specie quando il guerriero afferma: “Lei mi ha tolto la forza, ma lei è stata l’unica a sapermi amare in cambio”. Chissà quanti uomini dei nostri giorni potrebbero riconoscere come proprie queste parole dell’eroe biblico.

