“Una ripartenza in sicurezza e legalità”, dalla Uil etnea un progetto per Catania - QdS

“Una ripartenza in sicurezza e legalità”, dalla Uil etnea un progetto per Catania

“Una ripartenza in sicurezza e legalità”, dalla Uil etnea un progetto per Catania

martedì 16 Giugno 2020

Il documento è stato presentato dalla segretaria generale del sindacato, Enza Meli

CATANIA – “Il Progetto per Catania, un documento collettivo per la ripartenza in sicurezza e legalità della nostra provincia, nasce dal contributo di idee, competenze, proposte di tutte le nostre organizzazioni territoriali. Lo offriamo all’attenzione di ogni interlocutore di buona volontà, non importa se pubblico o privato, con l’obiettivo di affrontare vecchie e nuove criticità per mettere a fuoco soluzioni possibili. Esiste una questione sociale catanese ingigantita dall’emergenza Coronavirus. Noi non resteremo a guardare”.

Così Enza Meli, segretaria generale della Uil etnea, presenta l’iniziativa del sindacato il cui primo capitolo è dedicato a sicurezza e legalità. “Diamoci un taglio… ai tagli sulla sanità – afferma Meli – senza aspettare la prossima pandemia. Si può, si deve, risparmiare sugli sprechi. Non sulla vita di medici, infermieri, cittadini! Il rallentamento delle prestazioni nei reparti non di emergenza ha, inoltre, provocato un sovraccarico di richieste. Abbiamo, quindi, sollecitato l’assessore regionale alla Salute e i direttori generali delle Aziende ad affrontare questa maggiore e non più rinviabile mole di lavoro con nuovi contratti”.

Sulla legalità, invece, la Uil ricorda che “in questa emergenza, come in tutte le altre che si sono susseguite nella storia di Catania, della Sicilia e del Paese, le mafie, e non solo, sono pronte a banchettare e brindare sulle sofferenze dei cittadini. Adesso più che mai, quindi, la lotta al caporalato diventa per noi una battaglia-simbolo”.

“Sollecitiamo inoltre – sottolinea la Uil di Catania – attenzione massima sulle regolarizzazioni dei braccianti stranieri, perché un’occasione storica di progresso non venga sporcata dai soliti ‘(im)prenditori’ che gettano discredito sull’intera filiera del settore primario. E contro i quali serve, lo ribadiamo, il pieno coinvolgimento dei consumatori per una spesa consapevole all’insegna di buono è legale”.

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