Lungi dal voler esprimere valutazioni su chi ha torto e chi ragione, nel doloroso conflitto tra Israele, accusata di eccesso di difesa contro Hamas, parte che ha inizialmente aggredito ed ancor oggi trattiene gli ostaggi; opinione che risulterebbe assolutamente inutile, in quanto in questa triste vicenda ciascuno ha una naturale propensione a restare saldo alle proprie idee, e senza alcuna disponibilità neanche ad ascoltare le parole di un interlocutore che abbia convincimenti diversi da quelli propri. Peraltro una valutazione di questo tipo sarebbe pure fuori tema con gli argomenti consueti e di pertinenza della rubrica che accoglie questo scritto, che però non può, né deve, rifiutare asilo ad alcune pertinenti considerazioni. Nelle trattative ancora incompiute ed interrotte, per una tregua a Gaza, come è normale, possono avvenire scambi di prigionieri. Infatti è avvenuto nei giorni scorsi tra russi ed ucraini, che trattano egualmente con grande difficoltà, che entrambe le parti contendenti hanno vicendevolmente rilasciato mille prigionieri, che torneranno ai loro Paesi d’origine.
Hamas nega anche la consegna delle salme dei rapiti
Con Hamas le cose non vanno allo stesso modo, infatti, non solo, continua ad opporre limiti e condizioni al rilascio dei rapiti ancora in vita, ma, incomprensibilmente, oppone diniego anche alla consegna delle salme dei rapiti. Questa volontà di non acconsentire a una richiesta che tanto inerisce al comune senso di umanità appare incomprensibile, giacché i rapiti defunti non potranno rivelare nulla, non potranno tanto meno, in futuro, tornare a combattere. Le loro salme potranno soltanto essere onorate con il mesto rito della sepoltura da parte dei loro congiunti, che tenteranno di mitigare e metabolizzare il dolore insanabile del lutto, con la certezza che il corpo del loro caro è stato affidato alla terra, in un preciso luogo, dove potranno recarsi per avere conforto. La pietas per i defunti è uno dei capisaldi su cui tutte le culture, anche le più tribali e primitive, hanno costruito la struttura della loro civiltà. Chi di noi non ha conservato più o meno sbiadito il ricordo scolastico del XXIV libro dell’Iliade, che narra di Priamo, anziano re di Troia, che si introduce nella tenda di Achille, per implorare la restituzione del corpo esanime del figlio Ettore, che vuole onorare e piangere insieme ai suoi cari.
Achille, che è il più iroso tra gli eroi che Omero ha dipinto, alla fine cede alle suppliche del vecchio. Lui che, accecato dall’uccisione dell’amico il cui attaccamento fluiva in quell’area dai confini incerti ed indefiniti e che oggi si indica con il termine “bromance”, non riesce a darsi pace. Achille aveva dileggiato il corpo di Ettore, ormai morto. Legandolo al proprio carro, lo aveva trascinato nella polvere, non gli aveva risparmiato lo scempio degli animali che si erano cibati delle carni del più nobile dei principi troiani, ma alla fine aveva ceduto alle suppliche dell’anziano genitore. Hamas e i suoi accoliti non cedono, a quasi due anni dall’inizio delle ininterrotte suppliche dei parenti dei rapiti. Non cedono perché loro sono uomini senza pietas, a differenza dell’iroso Achille, sono privi di quei sentimenti che, secondo il sentire occidentale, sono il senso d’umanità, barriera ultima, che distingue l’uomo dalle fiere.
Un’assoluta carenza che permetterebbe loro di utilizzare civili palestinesi come scudi umani, in tutta la striscia di Gaza, luogo divenuto un campo di battaglia, dove si affrontano forze in armi sostenute da Stati che in quell’area combatterebbero per procura. Secondo le accuse sarebbe una consuetudine quella di usare scudi umani, per poi tenerne una macabra contabilità, per guadagnarsi la benevolenza internazionale, che sanno che non può negarsi mai ai perseguitati, ai vessati, al meno forte ed alle vittime in genere. Senza dimenticare il presunto utilizzo dei ragazzini ancora adolescenti, a motivo del loro corpo ancora minuto, per scavare oltre 650 chilometri di gallerie sotterrane, che passerebbero anche sotto scuole, ospedali, moschee, abitazioni e persino sedi dell’Unrwa. Ragazzini che sarebbero quindi esposti al pericolo di restare sepolti all’interno dei tunnel. Durante il secondo conflitto mondiale quando le terribili bombe volanti di Hitler cadevano sulle principali città britanniche provocando tanta morte e distruzione, gli inglesi mandarono i loro figli presso piccoli villaggi di campagna, dove furono alloggiati ed ospitati, per metterli a riparo e dare loro tutta la protezione possibile in quel momento. Questo sembrerebbe non accadere a Gaza con Hamas e i suoi accoliti. Questi terroristi, peraltro, sembrerebbero non operare neanche per perseguire un ideale politico, quale la costituzione di uno Stato di Palestina, ma solo per lo sconsiderato piano di cacciare tutti gli ebrei da quella terra e cancellare lo Stato di Israele, che in quanto Stato democratico considerano un corpo estraneo in quella regione. Tutte le parti di questa guerra hanno grandi torti e le mani insanguinate, ma qualche riflessione occorre pur farla, giacché la democrazia, con i suoi tanti limiti, ha il pregio di consentire alle minoranze di esprimersi.

