Roma, 13 nov. (askanews) – “Fuori i nomi di chi sta facendo contratti a ribasso che minano il mercato dell’olio extravergine di oliva italiano”. Così David Granieri, presidente di Unaprol, il Consorzio Olivicolo Italiano, spiegando che in piena campagna di raccolta, il mercato nazionale è sotto pressione a causa di acquisti massicci di olio proveniente da Paesi esteri, anche extra-Ue, con l’obiettivo di abbassare artificialmente i prezzi all’origine della produzione italiana.
“Non possiamo permettere – sottolinea Granieri – che il nostro olio extravergine venga svilito e svenduto. È necessario che tutte le istituzioni si mobilitino per difendere il lavoro dei produttori italiani e garantire un futuro sostenibile a un settore strategico per l’economia nazionale. Non c’è alcuna giustificazione economica perché il prezzo dell’olio extravergine di oliva italiano discenda a questi livelli”.
Unaprol ha chiesto quindi oggi al Masaf interventi immediati e concreti da parte dell’Ispettorato Centrale Controllo Qualità (ICQRF), attraverso l’istituzione di una Cabina di Regia straordinaria, che coinvolga tutte le Forze dell’Ordine competenti in materia agroalimentare, per coordinare le operazioni di contrasto. E ancora, ha chiesto l’attuazione di un piano straordinario di controlli nei porti e nei principali punti di ingresso, in collaborazione con l’Agenzia delle Dogane, per garantire verifiche puntuali sull’origine dei prodotti, con il contestuale avvio di un campionamento accurato volto a verificare anche il rispetto dei Limiti Massimi Residuali dei prodotti fitosanitari previsti dalla normativa europea, che sembrerebbero essere superati in varie partite.
Infine, per Unaprol è necessario anche fare un monitoraggio e analisi dei contratti allo scoperto presso le maggiori Borse Merci, che stanno condizionando l’andamento dei mercati, al fine di individuare con tempestività eventuali pratiche speculative e possibili frodi sull’origine.
Il Consorzio ribadisce che il prezzo dell’olio extravergine italiano non può scendere sotto un valore minimo indispensabile per garantire la sopravvivenza di un settore che ha mantenuto alti standard qualitativi anche in un anno particolarmente difficile. “Il giusto prezzo deve essere riconosciuto innanzitutto alle aziende olivicole e ai frantoi italiani – spiega Granieri – Sono loro i veri protagonisti di questa filiera. Una speculazione al ribasso non solo li danneggia economicamente, ma denigra il valore del nostro olio a livello internazionale”.
Inoltre, le giacenze di olio italiano a fine settembre risultavano azzerate e, a fine ottobre, ancora ai minimi storici. Non esiste alcuna ragione per svendere l’olio italiano, conclude Granieri: “chiediamo trasparenza assoluta: fuori i nomi dei contratti a ribasso”.