CATANIA – Si è svolto interamente online e alla presenza di oltre settanta utenti – professionisti, imprenditori e startupper – il primo “Investor day” organizzato dall’Università di Catania. Un business meeting per sostenere l’imprenditorialità accademica e favorire il confronto con il mondo degli investitori istituzionali.
“Lo dico a beneficio degli investitori presenti – ha esordito il rettore Francesco Priolo -. Il nostro Ateneo sta dando una spinta particolarmente innovativa e importante alla creazione di nuove imprese. Esistono diciassette spin-off e di questi nove sono presenti oggi per illustrare le loro attività e trovare punti di contatto. Cito dati Alma Laurea: negli ultimi 15 anni settemila imprese sono nate dalla spinta di altrettanti laureati dell’ateneo catanese. Costituiscono l’8,4 per cento. Un dato in controtendenza per il Sud Italia e superiore alla media nazionale pari al 7,1 per cento. È inoltre una differenza importante nel paragone lecito con l’Università di Palermo, il cui dato è del 5 per cento. La governance dell’Ateneo tiene a momenti come questo – ha concluso il Rettore Priolo – e spero nuove iniziative territoriali possano arrivare dalla nostra università”.
Prima degli interventi delle nove startup, il saluto della professoressa Alessia Tricomi ha evidenziato come fare azienda è uno degli scopi che più viene sentito dagli atenei italiani e come Catania non stia dietro nessuno in quest’ambito. “La ricerca da sola non è innovazione – ha detto la delegata al Coordinamento Terza Missione. – serve scendere sul territorio e fare entrare l’innovazione nelle case”.
A presentare le aziende partecipanti è stato il professore Rosario Faraci, promotore dell’iniziativa e delegato all’Incubatore di Ateneo, Start-up e Spin-off, che ha evidenziato come “l’Università di Catania sia uno degli attori dell’ecosistema etneo dell’innovazione e condivida con altri la medesima vocazione di supporto alle attività di studenti e imprenditori che si sono mossi per realizzare la propria azienda”.
“Abbiamo interesse a mettere a regime l’idea, di ripetere questo appuntamento – ha spiegato Faraci -. Il nostro ecosistema è il nono in Italia e quello maggiormente cresciuto nel 2020, ma deve crescere in qualità: dunque non è solo la posizione che conta. è il momento di alzare il livello dell’innovazione a Catania ed è il momento giusto per farlo attraverso un incubatore d’Ateneo”.
Un incubatore che servirà a “sostenere ulteriormente le start-up e spin-off d’ateneo” ha proseguito Faraci, evidenziando come alcune di queste si siano “già distinte a livello nazionale nel loro ambito di riferimento conseguendo importanti riconoscimenti, come iCTLab”.
Al business meeting sono intervenuti i rappresentanti di alcuni investitori istituzionali italiani (Angels Cube, CDP Venture Capital, Entopan, Italian Angels for Growth, Progress TT e Vertis) che hanno incontrato nove fra start-up e spin-off dell’Università di Catania selezionate con una call interna. Le nove iniziative imprenditoriali coinvolte sono: CreationDose, Digital Atom, iCTLab, Mimesis, SEO TesterOnline, Testudoo, Tobesia, Weng, we.MitoBiotech e tutte hanno illustrato agli investitori i loro progetti evidenziando eventuali fabbisogni di capitali di rischio per lo sviluppo delle proprie attività d’impresa.
Twitter: @ChiaraBorzi