Home » UniCt, inaugurato l’anno accademico 2021-2022 nel segno della resilienza

UniCt, inaugurato l’anno accademico 2021-2022 nel segno della resilienza

UniCt, inaugurato l’anno accademico 2021-2022 nel segno della resilienza
rettore Francesco Priolo

“La passione, la professionalità e lo spirito di resilienza dimostrati dal personale d’ateneo rappresentano i tratti distintivi di una comunità inequivocabilmente sana”, ha detto il rettore Priolo

«Le crisi locali e globali che il nostro ateneo ha affrontato negli ultimi due anni sono state palestre di rinnovamento e i risultati ottenuti forniscono alla nostra comunità la fiducia per affrontare le sfide con una visione condivisa, obiettivi comuni e un metodo di lavoro inclusivo. La passione, la professionalità e lo spirito di resilienza dimostrati dal personale d’ateneo nei momenti più bui della nostra storia rappresentano i tratti distintivi di una comunità inequivocabilmente sana. La speranza è che finalmente venga data visibilità al profondo cambiamento a cui, con grande dignità, l’Università di Catania sta dando forma e che a poco a poco si moltiplichino i segni di solidarietà. Di questo tutte e tutti noi abbiamo estremo bisogno».

Con queste parole il rettore Francesco Priolo ha concluso il suo discorso scandendo il momento solenne della dichiarazione di apertura del nuovo anno accademico, il 587° dalla fondazione.
Al suo fianco, sul palco della Chiesa di San Nicolò l’Arena, dove stamattina si è svolta la cerimonia, il ministro dell’Università e della Ricerca Maria Cristina Messa e la senatrice a vita e biologa Elena Cattaneo, con la prorettrice Francesca Longo e numerose dottorande.

Una cerimonia dedicata alle scienziate proprio a pochi giorni della Giornata Internazionale delle Donne e Ragazze nella Scienza.
Un tema al centro dell’intervento del rettore che sin dalle prime battute ha sottolineato come «nell’accademia è ancora troppo grande la distanza che separa gli uomini dalle donne così come testimoniato dai dati Unesco che mostrano la presenza femminile nei diversi cicli di formazione tra il 44% e il 55% e appena del 33% tra il personale docente e ricercatore». «Un trend che gli atenei devono sovvertire investendo risorse economiche aggiuntive e innescando i giusti processi di innovazione culturale» ha aggiunto il “magnifico” ricordando la recente adozione, da parte dell’ateneo catanese, del Gender Equality Plan, il piano per l’uguaglianza di genere mirato ad «assicurare la valorizzazione delle differenze e l’effettiva attuazione dei principi di uguaglianza» e, inoltre, il dato positivo delle laureate catanesi nelle materie Stem che «si attesta al 42%, superiore alla media nazionale» e delle colleghe incardinate nel settori Stem «cresciuto dal 34% al 37% negli ultimi cinque anni».

Ad applaudirlo il prefetto Maria Carmela Librizzi, il presidente della Regione Nello Musumeci, il questore Vito Calvino, l’arcivescovo Salvatore Gristina, il vicesindaco Roberto Bonaccorsi con l’assessore Barbara Mirabella, e i rappresentanti della magistratura, delle forze armate e delle forze dell’ordine. Tra gli ospiti – che hanno sfilato nel corposo corteo composto dalle delegazioni dei dipartimenti e delle strutture didattiche e dal Senato accademico – anche i rettori Salvatore Cuzzocrea (Messina), Massimo Midiri (Palermo), Francesco Castelli (in rappresentanza del rettore della “Kore” di Enna), Sergio Cavalieri (Bergamo), Marcello Santo Zimbone (Reggio Calabria), Marco Montorsi (Humanitas di Milano) e Antonella Polimeni (La Sapienza di Roma) guidati dalla prorettrice Francesca Longo. Presente anche il ministro per l’Istruzione Maria Cristina Messa. Ecco il suo intervento. CONTINUA LA LETTURA

Pagine: 1 2 3