CATANIA – “Secondo la prassi suggerita dalla locale Avvocatura Distrettuale dello Stato e sulla base di precise motivazioni tecniche” l’Università di Catania “ha preferito rivolgersi alla magistratura contabile, trasmettendo gli atti del concorso alla Procura regionale della Corte dei Conti per verificare se dalla vicenda possano derivare eventuali danni erariali per l’Università”. Lo afferma l’Ateneo di Catania in merito alla richiesta di chiarimenti avanzata nei giorni scorsi da parte del vice ministro dell’Istruzione Lorenzo Fioramonti sulla mancata costituzione parte civile dell’Ateneo nella vicenda giudiziaria sollevata dallo storico di Vittoria Giambattista Scirè dopo che in un concorso di ricercatore di Storia contemporanea nella struttura didattica di Lingue a Ragusa è stato bocciato a vantaggio di un architetto.
Il 17 aprile scorso il Tribunale di Catania ha condannato ad un anno di reclusione ciascuno, pena sospesa, e all’interdizione dai pubblici uffici, dagli uffici direttivi delle persone giuridiche e delle imprese i tre docenti universitari che componevano la commissione d’esame. L’Ateneo sottolinea inoltre di aver dato “pronta esecuzione” alle sentenze del Tar di Catania e del Cga e di aver, dopo la sentenza del 29 maggio 2014 dei giudici amministrativi etnei, “provveduto al subentro” di Scirè nel ruolo di ricercatore a tempo determinato per il periodo residuo”, di averlo “risarcito economicamente in forma specifica, ove possibile, e poi per equivalente nei termini e modi stabiliti dallo stesso Tar” e di averlo poi indicato come ‘vincitore’ della selezione pubblica”.
