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Unict4Ukraine, l’università di Catania pronta ad accogliere studenti ucraini richiedenti asilo

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Unict4Ukraine, l’università di Catania pronta ad accogliere studenti ucraini richiedenti asilo

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lunedì 20 Giugno 2022

Ecco la più recente delle iniziative dell'Università degli Studi di Catania a favore degli studenti in fuga dall'Ucraina per la guerra.

Dieci studenti ucraini richiedenti asilo, o in attesa di protezione temporanea in Italia, potranno iscriversi gratuitamente e frequentare i corsi di studio dell’Università di Catania. È quanto prevede l’iniziativa Unict4Ukraine, varata dagli organi di governo dell’Ateneo nello scorso mese di maggio.

L’iniziativa fa parte delle politiche di internazionalizzazione e di accoglienza dell’Università etnea, così come annunciato dal rettore Francesco Priolo in numerosi interventi pubblici successivi all’inizio del conflitto Russia-Ucraina.

Unict4Ukraine, cosa prevede l’iniziativa per studenti ucraini a Catania

Gli studenti ucraini che aderiranno alla call pubblicata nei giorni scorsi sul sito www.unict.it, una volta verificato il percorso di studi pregresso o interrotto a causa degli eventi bellici, potranno beneficiare dell’esenzione totale delle tasse di iscrizione. In più, potranno ottenere un alloggio gratuito, frequentare un corso di italiano e concorrere inoltre per l’assegnazione di una borsa di studio di 2.000 euro, usufruendo del supporto amministrativo degli uffici addetti alle relazioni internazionali per quanto concerne tutte le procedure e il progressivo inserimento nella vita universitaria catanese.

Le domande dovranno essere trasmesse entro il prossimo 30 giugno all’indirizzo mail ukraine@unict.it, complete di curriculum vitae, fotocopia del passaporto, libretto universitario e lettera motivazionale.

Viene così anche accolta una richiesta delle associazioni culturali e studentesche e della Consulta degli studenti dell’Università di Catania, espressa chiaramente nel corso di un incontro che si era tenuto al Palazzo centrale il 4 marzo scorso.

“Chiediamo all’Università di Catania di farsi promotore di iniziative a beneficio di tutte le studentesse e studenti ucraini che oggi non hanno la possibilità di continuare il proprio percorso accademico, conformemente agli obiettivi statutari e sulla base delle risorse economiche, logistiche e strutturali universitarie, costruendo ponti umanitari e culturali che permettano a tutti coloro che ne hanno bisogno di poter venire da noi”, aveva proposto Lorenzo Commis, presidente della Consulta degli studenti dell’ateneo.

Unict pronta ad accogliere

In quella stessa occasione la prorettrice Francesca Longo, aveva garantito che “l’Università di Catania è pronta ad accogliere studenti, ricercatori e docenti ucraini per garantire loro il diritto allo studio, alla ricerca e alla formazione e a tal fine ci siamo già attivati in azione coordinata con il Ministero dell’Università e della Ricerca e la Conferenza dei Rettori delle Università Italiane e anche con l’associazione europea dei giovani ricercatori e in stretta collaborazione con l’Ersu”.

“Stiamo cercando, in questo momento particolarmente difficile per la politica internazionale, di fornire il nostro contributo con ogni forma e azione di inclusione e accoglienza per tutti coloro che purtroppo adesso non riescono a svolgere i propri studi e le proprie ricerche”. Così commenta la prorettrice Longo, introducendo l’obiettivo dell’iniziativa Unict4Ukraine.

“L’Università di Catania ha tra i propri obiettivi strategici i processi di inclusione sociale nell’ambito dei quali l’accoglienza di studenti rifugiati e di docenti che operano in contesti politici nei quali la libertà accademica è a rischio rappresenta un elemento essenziale”, aveva sottolineato la professoressa Lucia Zappalà, delegata all’Internazionalizzazione.

Tra queste iniziative, oltre a Unict4Ukraine, sono al momento già attivi dei bandi per l’assegnazione di specifici contributi di mobilità internazionale a studiosi, docenti e ricercatori provenienti da università e centri di ricerca ucraini promossi dal dipartimento di Giurisprudenza, dal dipartimento di Agricoltura, Alimentazione e Ambiente e dal CoEHAR, il Centro di Ricerca per la Riduzione del danno da fumo dell’Ateneo catanese.

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