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A UniPa benessere fisico e lavorativo si incontrano: parte lo screening del diabete per 1.500 dipendenti

A UniPa benessere fisico e lavorativo si incontrano: parte lo screening del diabete per 1.500 dipendenti
Il tavolo dei relatori. Da sinistra: Sorce (direttore generale di UniPa), Furnari, Midiri e Rizzo (fs)

L’iniziativa dell’Ateneo e del Policlinico Giaccone per consolidare la cultura della prevenzione nella comunità accademica. Il rettore Midiri: “Messaggio importante per la cura del personale”

PALERMO – L’Università del capoluogo ha presentato la campagna di screening per la diagnosi precoce del diabete di tipo 2 e delle malattie cardiometaboliche, rivolta a circa 1.500 dipendenti del personale tecnico-amministrativo e bibliotecario (Tab), unica in Italia. Quest’iniziativa, organizzata in occasione del mese dedicato al diabete, non è casuale, poiché il 2025 è stato dedicato alla prevenzione della malattia nei luoghi di lavoro da parte della Federazione internazionale del diabete.

Il diabete emergerà nei prossimi anni in età sempre più precoce

A oggi un soggetto su due risulta in sovrappeso e in Europa l’incidenza del diabete di secondo tipo è del 10% mentre in Italia la stima e del 7-8%, ma su uno seguito ce n’è uno che non sa di esserlo. In questo senso, la previsione è che l’epidemia esploderà nei prossimi anni ed emergerà in età sempre più precoce. L’Università di Palermo, però, non ha voluto aspettare che si verificasse un simile disastro e ha provveduto con un’iniziativa di screening su base volontaria con la compilazione di un questionario, lasciando a un approfondimento clinico i casi che dovessero emergere.

Il rettore Midiri: “Un Ateneo che ha cura del proprio personale”

Il rettore Massimo Midiri è stato chiaro: “Quest’iniziativa rappresenta un punto nodale del mio programma elettorale. Siamo convinti che una popolazione come la nostra ha dei segni e sintomi di patologia nascosta e questo tipo di screening che vuole rilevare molto precocemente un sospetto di malattia attraverso il questionario. Qualunque soggetto riusciamo a tirar fuori dal tunnel inevitabile della progressione della malattia diabetica è una persona salvata. È un messaggio importante perché si vuole dare la sensazione di un Ateneo che ha cura del proprio personale e che lo vuole educare a uno stile di vita migliore attraverso anche l’attività fisica che stiamo inducendo con tante iniziative, ma anche attraverso un accertamento diagnostico. A un anno presenteremo i risultati ottenuti e siamo convinti che troveremo parecchi casi positivi su una popolazione di tre-quattro mila persone. Quando avremo il Policlinico nuovo, le attuali strutture saranno riorientate verso le patologie croniche e il loro studio preventivo. Un Policlinico che sarà orientato verso le malattie oncologiche e quelle croniche”.

Avremo un incremento dei casi di diabete, di sovrappeso e di obesità

Tuttavia un intervento, se isolato, è poco efficace e Manfredi Rizzo, responsabile Programma complesso di diabete e prevenzione cardiometabolica del Policlinico Paolo Giaccone ha chiarito alcuni punti importanti in merito per il QdS: “C’è una pandemia fuori controllo perché i sistemi sanitari a livello globale non erano preparati su questi grandi numeri, né sulle diverse forme di diabete. È ancor maggiore la nostra responsabilità clinica ma anche sociale per iniziative come questa. Sicuramente, abbiamo dati sfavorevoli per i prossimi 15-25 anni, cioè sappiamo oggi che avremo un incremento dei casi di diabete, di sovrappeso e di obesità. Questo impone una maggiore responsabilità ed effettuare ancor di più efficaci interventi di prevenzione. Personalmente, penso che siamo in un’epoca in cui i protagonisti devono agire in maniera sinergica e non attendere l’uno o l’altro. Questo modello che è stato presentato, è un momento virtuoso di collaborazione tra università e azienda ospedaliera. In questo caso, la sinergia è più facile, dato che la nostra azienda ospedaliera è universitaria, ma questo tipo di modelli possono essere implementati nel territorio per coinvolgere i vari attori protagonisti della salute dei nostri soggetti. Non abbiamo avuto un sostegno diretto in toto dalle associazioni dei pazienti, ma ce n’è stata una che è stata la Stili di Vita Odv. Fin dall’inizio, è stata la promotrice di quest’azione sinergica nel facilitare anche la nostra interazione. Questo ci fa comprendere come le associazioni scientifiche ma anche le associazioni dei pazienti con diabete possono svolgere un ruolo cruciale”.

La direttrice generale dell’Azienda ospedaliera universitaria Policlinico Paolo Giaccone, Maria Grazia Furnari, ha aggiunto: “Partiremo con il personale tecnico-amministrativo universitario, ma è auspicabile che sia esteso anche al nostro personale aziendale e anche al nostro personale sanitario. Ci sono tutti i presupposti e l’interesse sia dell’Azienda sia dell’Università di andare avanti con il progetto rivolto a tutta la popolazione interna del Policlinico. Del progetto se ne sta occupando l’Università, ma l’Azienda sta mettendo a disposizione i nostri laboratori che sono finanziati da fondi dell’Azienda stessa”.