Università, Manfredi “Da settembre riprendono le lezioni in presenza” - QdS

Università, Manfredi “Da settembre riprendono le lezioni in presenza”

Università, Manfredi “Da settembre riprendono le lezioni in presenza”

martedì 25 Agosto 2020

Il ministro a Giffoni50: “Ci saranno distanziamento sociale e uso di mascherine nelle aule”. Sul rischio di un possibile crollo delle immatricolazioni aggiunge: “Sono molto fiducioso, non ci sara. Sarà un anno accademico faticoso ma gestito in sicurezza e con grande impegno”

“A settembre riprenderemo le lezioni in presenza e questo è il risultato di un lavoro organizzativo molto intenso. Avremo il riempimento al 50% delle aule con un’integrazione tra didattica a presenza e didattica a distanza”. Così Gaetano Manfredi, ministro per l’Università e la Ricerca Scientifica, a Giffoni50 ha parlato del futuro della vita universitaria e delle misure prese per tutelare la salute degli studenti.

“Ovviamente – ha aggiunto- ci saranno distanziamento e utilizzo della mascherina in aula. Il nostro obiettivo è privilegiare le matricole perché vivono un momento di passaggio e devono avere la possibilità di capire come si frequenta un’università. Per i più grandi ci sarà maggiore didattica a distanza. Ovviamente abbiamo avuto grande attenzione per le tecnologie con il cablaggio di tutte le aule. Questo consentirà di seguire le lezioni anche a tutti gli studenti stranieri che, per le limitazioni negli spostamenti, non potranno essere in Italia”.

Non mancheranno le occasioni di confronto con i docenti e con i compagni di Ateneo, sempre nel rispetto delle regole e con cautela: “Riaprire in presenza è un momento importante, riportare gli studenti in aula significa iniziare a mettere un seme di futuro. è vero che stiamo affrontando un momento difficile ma anche straordinario, un’opportunità di cambiamento dell’umanità, un momenti in cui è possibile ripensare la nostra società. Per farlo serve la creatività dei ragazzi, la coesione delle comunità, il contributo fattivo delle università, proprio come è stato nella fase dell’emergenza”.

Il crollo delle immatricolazioni è stato una delle problematiche da risolvere: “Abbiamo fatto uno sforzo enorme come governo e come Università – ha detto il ministro – per un forte investimento sul diritto allo studio, riducendo le tasse e aumentando le borse di studio e prevedendo, anche insieme alle Regioni, altre facilitazioni sui trasporti e sugli alloggi. Avremo un bilancio completo ad ottobre, ma i primi dati sono rassicuranti. Si tratta di numeri che non ci fanno spaventare, anche al Sud. Tutto il Paese sta rispondendo. Le famiglie hanno capito che oggi per il futuro dei loro ragazzi serve competenza. Stiamo dimostrando di aver dato una risposta concreta e sono molto fiducioso rispetto al fatto che questo crollo delle iscrizioni non ci sarà. Avremo un anno accademico faticoso ma gestito in sicurezza e con grande impegno”.

“Va detto che non sempre le politiche sono andate nella direzione giusta. L’università al contrario è un grande elemento unificante – ha sottolineato Manfredi – perché ci troviamo di fronte ad una comunità nazionale molto coesa e perché il livello qualitativo espresso non conosce differenze tra Nord e Sud. Dobbiamo perciò lavorare perché ci sia un Paese sempre più unito, partendo dalla cultura e dalla competenza. Ci saranno nel prossimo futuro investimenti importanti e guarderemo a tutta l’Italia proprio per colmare questo divario. Si crea così un Paese più unito e più giusto”.

Durante il suo intervento, poi, Manfredi è intervenuto anche in merito all’emergenza sanitaria e alla ricerca di un vaccino efficace contro il Coronavirus. “Il nostro paese – ha detto – è e continuerà ad essere in prima linea per lavorare al vaccino contro il Covid-19. Abbiamo con discrezione ma con concretezza seguito il progetto Spallanzani. Dobbiamo necessariamente avere una via italiana al vaccino, anche per avere una sovranità sia sul versante sanitario che su quello della ricerca. Sosteniamo anche il progetto Oxford dove pure c’è una presenza italiana. Il nostro Paese perciò sarà in prima linea per la vaccinazione e lo sarà grazie al grande impegno dei ricercatori italiani. Questo è un esempio di come la ricerca possa realmente aiutare le persone ed un insegnamento importante per il futuro”.

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