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Università di Messina protagonista di un confronto sul livello di parità di genere nel mondo accademico

Università di Messina protagonista di un confronto sul livello di parità di genere nel mondo accademico
Conferenza Messina parità di genere

Successo per la due giorni fortemente voluta dalla rettrice Spatari, alla presenza della presidentessa Crui Iannantuoni

MESSINA – La Città dello Stretto protagonista della parità di genere all’interno del mondo accademico, grazie e una due giorni di confronto che ha fatto il punto gender gap all’interno degli Atenei italiani.

Gli Stati generali sulle Politiche di genere, ospitati nei giorni scorsi all’interno dei locali del Rettorato di UniMe, sono stati coordinati dalla rettrice Giovanna Spatari, presidente della Commissione Crui (Conferenza dei rettori delle Università italiane) sulle Tematiche di genere e si sono sviluppati all’interno di quattro sessioni volte a fare il punto sullo stato dell’arte, all’interno degli Atenei italiani, in merito a temi quali equità e inclusione, linguaggio e genere, processi di reporting in ottica di genere. Un focus specifico è stato invece dedicato alle modalità di prevenzione e agli strumenti di contrasto alle molestie in ambito universitario.

Nel corso della prima giornata dopo i saluti istituzionali di Antonella Polimeni, rettrice della Sapienza di Roma (in collegamento da remoto) e della rettrice messinese Spatari, le delegate della Crui si sono confrontate su strategie, equità, inclusione e linguaggio. Durante la seconda giornata, invece, alla presenza della presidentessa della Crui e rettrice dell’Università degli Studi di Milano-Bicocca, Giovanna Iannantuoni, sono state presentate le linee guida del Mur e i risultati delle indagini conoscitive effettuate dagli Atenei per quanto riguarda la percezione del fenomeno da parte del personale e degli studenti degli atenei italiani.

“Questa iniziativa – ha affermato la padrona di casa Giovanna Spatari – è molto importante poiché segna il punto sugli Stati generali della Crui in relazione ai temi di genere. Sono orgogliosa che UniMe abbia potuto ospitare questo appuntamento e ringrazio la presidentessa Iannantuoni per averlo permesso. La sua presenza si lega fortemente a una promessa fatta ai nostri studenti all’indomani del femminicidio di Sara Campanella e testimonia che il percorso che abbiamo intrapreso continua più forte che mai”.

Oltre 110 prorettrici o delegate di genere – ha aggiunto – hanno deciso di prendere parte agli Stati generali, in presenza o da remoto, e sono già stati presentati i risultati dell’attività svolta dai vari gruppi di lavoro. Da queste basi dovremo ripartire con più vigore per orientare le azioni future. Desidero, inoltre, rilanciare formalmente l’invito, già espresso dalla professoressa Aurelia Sole, affinché venga estesa a tutti gli Atenei italiani la campagna ‘Posto occupato’ che il nostro Ateneo sostiene da circa dieci anni”.

“L’Indagine Crui – ha commentato la presidentessa Iannantuoni – vede coinvolte circa due milioni di persone e rappresenta una ferma presa di responsabilità da parte di tutta la Comunità accademica delle Università italiane. Ciascuno di noi sa che possono accadere delle cose all’interno del panorama universitario ed è necessario lavorare per contrastare, in maniera sinergica e non retorica, il fenomeno delle molestie e delle violenze di vario tipo. È fondamentale che si alzi quel velo di ipocrisia che troppo spesso persiste all’interno degli Atenei ed è per questa ragione che, per la prima volta in modo corale, tutte le 85 Università della Crui hanno operato tempestivamente per interrogare le proprie Comunità e fornire risposte importanti contro violenze ed ingiustizie figlie di un sistema sbagliato che permea tutto il Paese”.

“Dall’indagine – ha aggiunto – è emerso un quadro di luci e ombre che fanno degli Atenei lo specchio dell’Italia; dare l’esempio, ma anche mettere in campo le proprie peculiarità scientifiche e di ricerca per reagire concretamente a violenze inaccettabili è un dovere al quale non dobbiamo sottrarci perché, oggi, non possiamo più tollerare avvenimenti come il femminicidio di Sara Campanella, che ha toccato tutti noi e, in particolare, la vostra città, ma neppure violenze di altro tipo. Penso a quella economica, una forma di discriminazione nello studio o sul lavoro che impedisce alle studentesse di scegliere percorsi più adatti a loro, penso all’ambito delle discipline Stem, o di fare carriere lavorative alle stesse condizioni stipendiali dei colleghi”.

“Viviamo – ha concluso – nel pieno dell’inverno demografico. Il nostro Paese non può più permettersi di avere la percentuale di lavoro femminile più bassa fra gli Stati Ocse. Tutto ciò, al pari di altre forme di molestie o discriminazioni è stato posto sotto la lente di ingrandimento dell’Indagine conoscitiva Crui, i cui risvolti ci vedranno ancora fortemente impegnati all’interno delle nostre Comunità”.

Le quattro sessioni sono state moderate dai docenti UniMe Carlo Vermiglio, Vittoria Calabrò, Milena Meo e Daniela Sapienza, ma all’iniziativa hanno preso parte, tra gli altri, anche la prefetta Cosima Di Stani, il sindaco Federico Basile, Francesco Priolo, rettore dell’Ateneo di Catania, Giuseppe Zimbalatti, rettore dell’Università Mediterranea di Reggio Calabria, Antonio Garofalo, rettore dell’Università Parthenope di Napoli, Andrea Catizone, consigliera delegata della ministra dell’Università e della Ricerca per le Politiche dell’orientamento e del disagio giovanile.