Un diritto all'istruzione universitara offerto anche all'interno dei poli penitenziari. Le parole del rettore Francesco Priolo.
Tra le matricole dell’università di Catania ci sono anche sei studenti attualmente reclusi. Sono i primi risultati dell’accordo siglato tra l’assessorato all’Istruzione della Regione, gli atenei siciliani, il Provveditorato regionale per l’amministrazione penitenziaria e il Garante dei diritti dei detenuti.
“Una ‘apertura’ del mondo accademico di rilevante incidenza che consente e promuove il diritto all’istruzione universitaria all’interno dei poli penitenziari” osserva il rettore Francesco Priolo. I docenti Fabrizio Siracusano e Teresa Consoli sono i referenti ai rapporti con i Poli universitari penitenziari e hanno portato avanti l’iniziativa nonostante l’emergenza pandemica garantendo per l’anno accademico in corso l’iscrizione agevolata di sei studenti attualmente reclusi oltre all’assistenza didattica (compresi gli esami), al recupero degli Obblighi formativi aggiuntivi e alla possibilità di seguire le lezioni a distanza.
Una realtà promossa dalla Crui tre anni fa con l’istituzione della Conferenza nazionale universitaria dei Poli penitenziari a cui l’ateneo catanese ha aderito dallo scoro dicembre.