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Usura, confiscati beni per diciassette milioni al “monaco” palermitano


La sezione Misure di prevenzione del Tribunale di Palermo ha confiscato beni per diciassette milioni di euro a Francesco Abbate, 65 anni, detto “il monaco”, già condannato per usura, esercizio abusivo dell’attività finanziare e trasferimento fraudolento di valori.

Il provvedimento è stato eseguito dalla Guardia di finanza di Palermo.

Abbate è stato arrestato per usura una prima volta nel 1997 e una seconda nel 2013, quando furono sequestrati beni e disponibilità finanziarie dell’indagato.

Nel 2019, dopo una condanna a sette anni di reclusione divenuta irrevocabile, Abbate è finito in carcere.

La Guardia di Finanza ha ricostruito il giro d’affari del “monaco”, che ha prestato denaro a usura ad almeno trenta vittime che hanno collaborato con gli investigatori.

La consegna del denaro avveniva parte in contanti e parte in assegni, con scadenze prefissate e tassi di interesse imposti che variavano dal 25% a oltre il 250% annuo.

Sono stati confiscati 42 immobili; dieci diritti di usufrutto o nuda proprietà di immobili; un’autovettura; 15 tra conti correnti, carte di credito e polizze vita; oggetti preziosi e orologi di pregio.