Tre donne e un uomo al centro del terribile caso di usura ed estorsione registrato a Catania. Fondamentali le testimonianze delle vittime.
Usura con tassi fino al 300% per arricchirsi alle spalle di cittadini in difficoltà economica nella zona di Picanello e del Villaggio Sant’Agata (Catania). Un sistema criminale collaudato e smantellato dai finanzieri del comando provinciale di Catania che – su disposizione della Procura Distrettuale della Repubblica etnea – hanno eseguito quattro misure cautelari negli scorsi giorni.
Le accuse a carico degli indagati, la cui colpevolezza sarà accertata solo dopo l’emissione di una sentenza definitiva da parte delle autorità competenti, sono di usura ed estorsione.
Usura con tassi fino al 300% a Picanello e Catania, 4 indagati
Le indagini eseguite dal Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Catania hanno permesso di acquisire, allo stato degli atti, in relazione a una fase processuale che non ha ancora consentito l’intervento delle Difese e fermo restando la presunzione d’innocenza degli indagati valevole ora e fino a condanna definitiva, elementi che dimostrerebbero la loro partecipazione, talvolta a titolo individuale e talvolta in concorso, alla commissione di usura.
Usura a Picanello e Catania, chi sono gli indagati
In seguito alle dovute indagini, sono state eseguite misure cautelari personali dell’obbligo di dimora nei confronti di:
- Maria Piacente;
- Provvidenza Condorelli;
- Maria Teresa Crisafi;
- Daniele Saraniti.
Le testimonianze
Il provvedimento restrittivo per usura ed estorsione è il risultato di un’indagine scaturita dalle testimonianze delle vittime, costrette – per far fronte a comuni esigenze della vita familiare – a rivolgersi a soggetti che avrebbero prestato denaro con un elevato tasso usuraio.
In particolare, l’attività usuraia sarebbe perpetrata nei confronti di soggetti in difficoltà economiche appartenenti allo stesso nucleo familiare.
L’attività d’indagine si inquadra nelle azioni svolte dalla Procura della Repubblica e della Guardia di Finanza di Catania, finalizzate al contrasto della criminalità economico-finanziaria e dell’usura.
Tassi alti e minacce
I soggetti indagati operavano nella zona di Picanello e del Villaggio Sant’Agata. Le somme concesse in prestito, in media di modesta entità ed oscillanti tra i 500 e i 3.000 euro, sarebbero state elargite in contanti con una decurtazione, già alla consegna, di una rata a titolo di interesse con un tasso mensile variabile dal 60 fino al 300% del capitale finanziato. L’entità dei prestiti e la durata sarebbe stata calibrata sul profilo del richiedente, in base al grado di solvibilità.
Nel corso delle indagini è inoltre emerso come gli indagati avrebbero, nella gestione delle posizioni debitorie, provveduto anche a sollecitare il recupero delle rate insolute nei confronti dei “clienti” ed avrebbero a tal fine intimorito e minacciato i debitori invitandoli alla regolarizzazione della propria posizione finanziaria.
Specificatamente, il sistema di restituzione adottato dagli indagati non avrebbe consentito una facile estinzione delle somme pattuite essendo utilizzato usualmente un meccanismo con previsione di una corresponsione mensile di quote di interessi senza soluzione di continuità, non conteggiate ai fini dell’estinzione del prestito e ciò fino a quando la vittima non avesse provveduto alla riconsegna integrale, in unica soluzione, dell’importo erogato alla data dell’accordo, con ciò determinando, a causa di tali peculiari modalità di estinzione, in alcune vittime l’esigenza, pur di estinguere il prestito in corso, di contrarne un ulteriore a un importo superiore.
Durante le indagini, condotte anche attraverso intercettazioni e servizi di osservazione e pedinamento, gli inquirenti hanno ascoltato anche i debitori, al fine di acquisire più specifici dettagli sulle modalità dell’estorsione con usura.
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