Eseguite sei ordinanze cautelari: quattro persone sono finite agli arresti domiciliari e a due è stato notificato l'obbligo di dimora a Palermo. Le indagini coordinate dalla Procura di Sciacca
Secondo le indagini dei Carabinieri di Bagheria avrebbero messo in piedi un’organizzazione dedita all’usura.
I militari hanno eseguito sei ordinanze cautelari, quattro domiciliari e due obblighi di dimora a Palermo.
Le indagini sono state coordinate dalla procura di Sciacca, nell’Agrigentino.
Gli indagati, tre residenti a Palermo e uno a Terrasini, sono accusati di usura, truffa e falso.
Gli arresti sono stati eseguiti dopo una lunga attività d’indagine della sezione operativa della compagnia di Bagheria, che ha permesso di accertare, attraverso intercettazioni telefoniche e riscontri documentali, che l’organizzazione si arricchiva sfruttando la disperazione di comuni cittadini che, pur di accedere al credito, accettavano di pagare corrispettivi usurai, che potevano raggiungere un tasso di interessi complessivo anche del 20%.
L’associazione criminale, “per realizzare il proprio fine illecito, si avvaleva del concorso di alcuni professionisti e mediatori finanziari, e della produzione documenti falsi, riuscendo a ottenere dagli istituti finanziari, anche questi truffati, finanziamenti fino a 60.000 euro, in favore di soggetti beneficiari, privi dei requisiti”.
Secondo le indagini dei carabinieri di Bagheria avrebbero messo in piedi un’organizzazione dedita all’usura. I militari hanno eseguito sei ordinanze cautelari, quattro domiciliari e due obblighi di dimora a Palermo. Le indagini sono state coordinate dalla procura di Sciacca.
Gli indagati, tre residenti a Palermo e uno a Terrasini, sono accusati di usura, truffa e falso. Gli arresti sono stati eseguiti dopo una lunga attività d’indagine della sezione operativa della compagnia di Bagheria, che ha permesso di accertare, attraverso intercettazioni telefoniche e riscontri documentali, che l’organizzazione si arricchiva sfruttando la disperazione di comuni cittadini che, pur di accedere al credito, accettavano di pagare corrispettivi usurai, che potevano raggiungere un tasso di interessi complessivo anche del 20%.
L’associazione criminale, per realizzare il proprio fine illecito, si avvaleva del concorso di alcuni professionisti e mediatori finanziari, e della produzione documenti falsi, riuscendo ad ottenere dagli istituti finanziari, anche questi truffati, finanziamenti fino a 60.000 euro, in favore di soggetti beneficiari, privi dei requisiti.