Vacanze 2020, il turismo domestico non ha salvato la Sicilia dalla crisi - QdS

Vacanze 2020, il turismo domestico non ha salvato la Sicilia dalla crisi

Patrizia Penna

Vacanze 2020, il turismo domestico non ha salvato la Sicilia dalla crisi

mercoledì 14 Ottobre 2020

Unioncamere: in vacanza solo il 60% contro il 75% dello scorso anno. Uno su tre si è mosso all’interno della propria regione. Ma 4 italiani su 10 hanno scelto la nostra Isola, insieme a Puglia, Calabria, Campania

ROMA – Solo il 60% degli italiani questa estate è andato in vacanza contro il 75% dello scorso anno. A frenare la voglia di svago di 6,5 milioni di nostri connazionali è stata la paura del contagio da Covid (che ha inciso nel 44,3% dei casi) o le difficoltà economiche (27%). Chi comunque ha fatto le valigie e si è ritagliato un periodo di break, ha scelto prima di tutto il mare e le bellezze di Puglia, Campania, Sicilia e Calabria. Un italiano su tre, però, ha “riscoperto” la varietà delle nostre aree interne, premiando l’offerta naturalistica e sportiva di Umbria, Abruzzo, Molise e Toscana. Ciò ha prodotto un aumento del 5% del turismo “domestico”, che però non è riuscito a ribaltare il bilancio comunque negativo della stagione estiva di un settore che, secondo le stime di Banca d’Italia, era arrivato a valeredirettamente il 5% e indirettamente il 13% del Pil. A pesare, infatti, non è stato soltanto il crollo del turismo straniero, ma anche il calo della spesa pro capite dei turisti, che si sono spesso accontentati di soggiorni più brevi rispetto al passato. Questi sono i principali risultati di una ricerca sull’impatto dellemergenza Covid sulle vacanze estive degli italiani nel 2020, realizzata da Unioncamere e Isnart su un campione rappresentativo della popolazione nazionale.
Nella stagione estiva 2020 è andato in vacanza il 60% degli italiani a fronte del 75% dell
anno precedente, circa 6 milioni e mezzo in meno in termini assoluti.
Il 44,3% di chi ha rinunciato alle vacanze lo ha fatto per la paura del contagio da Covid, mentre il 27% vi ha rinunciato per difficoltà economiche o legate al posto di lavoro (perdita del lavoro o cassa integrazione). Solo il 15% degli intervistati si è dichiarato indifferente al virus.
Tra coloro che sono andati in vacanza, il 96% è restato in Italia facendo scelte ampiamente condizionate dall’emergenza Covid.
Oltre alla scelta di non varcare i confini nazionali, sono state diverse le modalità con cui gli italiani hanno fatto fronte al bisogno di sicurezza. Come alloggio, una netta preferenza è andata ad abitazioni (seconde case, appartamenti di proprietà o in affitto, ospite di parenti/amici) e campeggi, a svantaggio delle strutture alberghiere che hanno visto la propria quota di presenze assorbite ridursi al 25% rispetto al 43% del 2019.
Spesso la compagnia di viaggio si è limitata alla famiglia.
Nella scelta delle destinazioni ha prevalso un criterio di prossimità: in media, circa un italiano su tre si è mosso all’interno della propria regione di provenienza.
Complessivamente, il solo turismo domestico ha fatto registrare un aumento del 5% rispetto all’estate 2019.
Con 10 milioni di turisti italiani, pari al 40% dei flussi totali, Puglia, Campania, Sicilia, Calabria restano le principali regioni scelte dagli italiani confermando un dato sostanzialmente invariato rispetto all’estate scorsa.
Ciò che invece è mutato in maniera significativa è il peso relativo di regioni quali Abruzzo, Molise e Umbria, tutte fortemente caratterizzate in termini ambientali e naturalistici, la cui rilevanza turistica è più che raddoppiata nell’estate 2020. L’Abruzzo, ad esempio, ha visto raddoppiare il numero di turisti e in conseguenza di ciò la sua quota di mercato italiano è passata dal 2,6% del 2019 al 5,5%.
Altro aspetto di rilievo è il caso della Toscana che, in virtù delle proprie caratteristiche e nonostante il venir meno del turismo internazionale, sembra riuscita più di altre a mitigare gli effetti negativi del Covid, intensificando il turismo domestico, in particolare quello degli stessi toscani e delle aree limitrofe, edaccrescendo la propria quota sul totale nazionale. D’altra parte, vi sono regioni con forti tradizioni turistiche che hanno subito perdite sia in termini di flussi che di quote di mercato nazionale come Lazio ed Emilia Romagna.
In generale, si può ritenere ampiamente confermata l’ipotesi, avanzata nel periodo del lockdown, di una riscoperta e di una rivitalizzazione sotto il profilo turistico di una parte rilevante delle cosiddette aree interne del Paese (il 15% dei turisti si è recato in località montane), per le quali isolamento e integrità ambientale hanno rappresentato un forte elemento di attrazione.
Nella scelta della destinazione, alla possibilità di praticare sport è stata attribuita la stessa importanza delle motivazioni storiche della vacanza in Italia (presenza di bellezze naturali e patrimonio culturale). Tra le attività maggiormente praticate dagli italiani in vacanza nell’Estate scorsa emergono su tutte trekking e bicicletta che staccano di diversi punti percentuali le attività tradizionalmente svolte nelle località di mare.

P.P.

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