PALERMO – Le vacanze in Sicilia sono sempre più costose. Il piacere di visitare luoghi ricchi di storia, in una atmosfera resa viva da una natura ancora selvaggia, in cui la tradizione è ancora ben viva, si paga caro. Secondo i dati Istat, elaborati dall’Unione nazionale consumatori, alloggiare a Palermo, nello scorso mese di giugno, costava il 34,2% in più rispetto allo stesso mese dello scorso anno. Con questi numeri, il capoluogo isolano si pone al secondo posto delle città più costose, superata solo da Firenze, con rincari del 45,8%.
I rincari nelle province siciliane
Sopra la media nazionale, che si ferma al +12,8% per gli alloggi, anche Siracusa, che sale al 15,7%, e Catania, al 14,1%. Ben lontana dai numeri di Palermo, invece, Messina, che si ferma ad un rincaro su base annua del 6,4%, e Trapani, con appena lo 0,9%, al secondo posto tra le città più economiche dello stivale in termini di attività ricettive.
Per tipologia di alloggio, i maggiori aumenti riguardano i villaggi vacanze, campeggi e ostelli, che segnano un +5,5%, seguiti da alberghi e motel con +5,4%, e poi pensioni con +3,5%. Di minore impatto gli aumenti relativi ai costi per la ristorazione. Mentre la media nazionale si ferma a +6,3% di aumento a giugno 2023 rispetto allo stesso mese dell’anno scorso, solo Messina sale più in alto, arrivando all’8,5% di rincari e ponendosi in tal modo al sesto posto della classifica delle città più costose, ben al di sotto comunque della “capolista” Viterbo, al 15,1%.
Palermo segna un aumento più moderato, del 6,1% su base annua, così come Siracusa, al 5,6% e Caltanissetta, al 5,5%. Gli aumenti minori sono stati segnati a Catania, al 4,6%, e sempre Trapani, prima in classifica tra le città più economiche, con un aumento annuo di solo il 2,7%. Gli aumenti dei costi non riguardano soltanto l’alloggio e la ristorazione, ma anche i voli necessari per gli spostamenti. Nel mese di giugno i voli nazionali hanno subito un rincaro, rispetto allo stesso mese dello scorso anno, del 17,8%, e un rincaro su base annua del 28,9%.
E anche i voli aumentano
Anche i voli europei sono saliti di prezzo, rispettivamente del 7,4% e del 26%. Non sono da meno i voli intercontinentali, che aumentano, su base mensile, dell’11,9%, seguiti dal trasporto marittimo, che sale del 6,7%. Non bisogna dimenticare tutte le attività accessorie che sono comunque parte integrante della vacanza: aumentano i prezzi su base mensile anche del noleggio mezzi di trasporto e sharing (+3,2%), piscina, palestra, stabilimenti balneari, ingresso in discoteca (+2,4%). Su base annua non si devono dimenticare gli aumenti relativi ai parchi di divertimento, che salgono del 9,4%, e i fast food e i servizi di ristorazione take away, con +8,2%, e i pasti in pizzeria, 6,5%.
Ingressi ai musei e monumenti storici
Aumentano del 3,6% anche gli ingressi per i musei e i monumenti storici. A livello nazionale, per quanto riguarda gli alloggi, dopo Firenze e Palermo, la medaglia di bronzo va a Roma con +23,9%. Appena giù dal podio Ravenna con +23,6%. Seguono Brindisi (+22,4%), Lecco (+21,5%). Sull’altro versante della graduatoria, cinque città sono in deflazione. Il capoluogo più virtuoso è Caltanissetta (-10,6%), poi Pescara (-2,4%) e Teramo (-1,4%). Per i servizi di ristorazione, il conto più salato lo pagano quelli di Viterbo (+15,1%), seguiti da Brindisi (+12%) e da Benevento (+10,7%). Seguono Siena e Olbia-Tempio (entrambe a +8,6%), Messina (+8,5%), al settimo posto Massa-Carrara (+8,4%), poi Trieste e Cosenza (ambedue a +8,3%). Chiude la top ten Belluno con +8,2%, La città in cui si risparmia di più è Trapani (+2,7%), in seconda posizione Terni (+3,1%), terza Caserta (+3,4%).

