L’animale disperato girava per le strade del Villaggio S. Rosalia. Cercava forse la nostra Patrona. Ci ha salvato, a noi ingrati, dalla peste e poteva salvare un povero bovino in cambio di un voto
Per le vie di Palermo ieri si aggirava una vacca. Non era una grassa Fassona o una razza Chianina. Era spaventata la povera bestia. Probabilmente avrà pensato che in questi tempi di dissesto comunale e di vacche magre una signora mucca come lei rischiava grosso.
Qui a Palermo si dovrà raschiare il fondo del barile per pagare
stipendi e servizi e qualche Ragioniere Generale, in profonda crisi contabile, potrebbe
pensare di portare la nostra concittadina al mattatoio comunale, per farci del
capoliato con cui pagare le tredicesime.
L’animale disperato girava per le strade del Villaggio S.
Rosalia. Cercava forse la nostra Patrona. Ci ha salvato, a noi ingrati, dalla
peste e magari poteva salvare un povero bovino in cambio di un ex voto con due
corna rivestite d’argento.
Ma per fortuna è intervenuto il nostro Sindaco con spirito
pronto ed accogliente.
Ha tolto dall’ordine del giorno della giunta quella fastidiosa
e assurda delibera di dissesto, depositata dal Ragioniere Basile, e ha messo al
suo posto il gemellaggio con Mumbai.
Pare che abbia gemellato anche l’Oreto con il Sacro Gange ordinando
il lavacro purificatorio di tutta la giunta e dei documenti contabili, certo
che la Corte dei Conti, la Regione e la Procura di Palermo siano pienamente
soddisfatti da tale rito propiziatorio di una nuova Visione.
Da Palermo Araba a Palermo Induista.
Pare che abbia ordinato agli architetti di Corte delle
Aquile di trasformare la Zisa in una copia fedele del Taj Mahal.
La vacca di Palermo, ormai sacra, ha ricevuto la
cittadinanza onoraria. I Palermitani ringrazieranno la nuova amministrazione
visionaria lavandosi alle sponde dell’Oreto o lanciando pire funerarie, portate
dai Rotoli, dal ponte Corleone. Budda è con noi.
Cosi è se vi pare.
Gatto Silvestro