Il Commissariato per l'emergenza Covid sottolinea che sono escluse quelle in cui sono presenti ospedali. Un approccio simile potrebbe essere applicato anche ad alcune realtà montane isolate
“Il piano di vaccinazione per le Isole Minori” prenderà il via domani con le Eolie e Capraia, come ha reso noto il Commissariato per l’emergenza Covid in un comunicato.
“La pianificazione – si spiega nella nota – era stata avviata lo scorso 19 marzo, con la predisposizione di una piano prudenziale destinato a programmare misure d’intervento efficaci per aree isolate e le isole minori, difficili da raggiungere e dotate di presidi sanitari minimi”.
“Alla predisposizione del piano – continua il comunicato – sono seguiti confronti periodici all’insegna della collaborazione con l’Ancim (Comuni isole minori) mirati a concertare modi e tempi di azione. La possibilità di realizzare il piano già predisposto scaturisce dall’andamento della campagna vaccinale – per la quale è ribadita la necessità di mettere in sicurezza le persone anziane e quelle fragili – e dall’introduzione di un prodotto mono-somministrazione (Johnson&Johnson) nelle disponibilità vaccinali nazionali”.
Il programma vaccinale per le isole minori si avvarrà, si sottolinea nella nota, “di un efficace dispositivo logistico-operativo e si concentrerà sulla vaccinazione di massa delle singole isole, per ridurre il numero di viaggi necessari al trasferimento dei vaccini e degli assetti sanitari per la somministrazione”.
Da questo tipo di soluzione, viene sottolineato nel comunicato, “sono da ritenersi escluse le isole in cui sono presenti presidi sanitari maggiori – ovvero ospedali – e che sono agevolmente collegate con la terraferma, per le quali devono valere i criteri generali del piano nazionale”.
Secondo il Commissariato per l’emergenza Covid, infine, un approccio simile a quello utilizzato per le isole minori, “potrebbe essere applicato a beneficio di alcune realtà degli Appennini, delle Alpi o di altre aree interne, rese maggiormente isolate a causa della rete viaria, alle quali ci si è già rivolti da qualche tempo attivando, su richiesta delle Regioni interessate,il supporto aggiuntivo di team sanitari mobili della Difesa”.