Sulla decisione di somministrare in Italia una terza dose di richiamo di vaccino anti Covid a tutta o parte della popolazione, se ne parla ormai da alcune settimane, ma la decisione sul si sembra ormai certa.
In Israele già un milione di persone l’ha ricevuta e in queste ultime ore la decisione è stata presa anche dagli Usa. A partire dal prossimo 20 settembre i cittadini potranno accedere alla somministrazione numero tre di Pfizer o Moderna a otto mesi di distanza dall’ultima. Adesso è lecito chiedersi, in Italia siamo pronti per la terza dose? E quando arriverà?
Terza dose in Italia, è ormai certa, ecco perché
“E’ ora essenziale rispondere ad alcuni quesiti di tipo scientifico: 1) quanto dura l`immunità conferita dai vaccini; 2) quale ruolo giocano le varianti nel ridurre l`efficacia e la durata della protezione; 3) se sarà possibile raggiungere la cosiddetta immunità di gregge o di comunità“. Lo scrive in un intervento sul Corriere della Sera il direttore generale della Prevenzione sanitaria del Ministero della Salute, Giovanni Rezza.
Circa il primo quesito, spiega, “sembra però che, anche se gli anticorpi neutralizzanti tendono a scendere nel corso del tempo, le risposte cellulari e la memoria dell’incontro con l’antigene virale persistano più a lungo di quanto si pensasse”; a causa delle varianti, invece, “in un certo numero di casi, il virus può continuare a circolare tra le persone vaccinate, pur non causando i danni gravi a cui ci aveva abituato in precedenza”; infine, “considerato che è probabile che il virus continuerà a circolare, dobbiamo vaccinare il più possibile senza pensare al raggiungimento di un obiettivo ambizioso come quello dell’immunità di gregge, ma piuttosto per favorire un ritorno alla normalità, proteggendo la popolazione dalle conseguenze peggiori della malattia ed evitando la congestione delle strutture sanitarie”.
Per Rezza, quindi, “sulla terza dose, per ora, conviene astenersi dal solito dibattito fra pro e contro, iniziando a programmare gli eventuali richiami, da effettuare in maniera graduale, sulla base delle necessità e delle evidenze scientifiche”.
Terza dose nel mondo, Israele, la variante Delta fa aumentare i contagi
Nelle ultime settimane in Israele il numero dei contagi da coronavirus è tornato a crescere come non succedeva ormai da molti mesi. in particolare, lo scorso lunedì 16 agosto sono stati registrati 8.646 casi di contagio, il numero più alto dal picco raggiunto nella terza ondata.
La causa del rapido aumento dei casi è la variante delta del coronavirus, molto più contagiosa delle altre varianti e ormai prevalente in Israele come in gran parte del mondo.
La terza dose del vaccino Pfizer, ad una settimana o oltre dell’inoculazione, mostra una efficacia contro il virus dell’86% tra gli over 60. Lo indicano i primi risultati di uno studio condotto dal Maccabi, la maggior cassa mutua di Israele dove oltre 1 milione di persone ha avuto il booster dopo la doppia immunizzazione.
Lo studio ha comparato quasi 150 mila persone al settimo giorno dalla terza dose, con oltre 675mila individui -distinti per età, genere, stato sociale e gruppo di popolazione – con solo 2 dosi tra gennaio e febbraio 2021, 5 mesi prima. Nel primo gruppo a diventare positivi sono stati in 37, mentre nel secondo 1.064.

