Vaccini, gli operatori sanitari rischiano di non essere pagati - QdS

Vaccini, gli operatori sanitari rischiano di non essere pagati

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Vaccini, gli operatori sanitari rischiano di non essere pagati

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giovedì 10 Giugno 2021

"Avete lavorato troppo e quindi... non vi possiamo pagare", così la federazione C.S. CIMO-FESMED.

Siamo ormai arrivati a 6 mesi dall’inizio della Campagna Vaccinale che, dopo i tempi accumulati sia per l’irregolarità nell’approvvigionamento dei vaccini sia per fatti organizzativi di una macchina che era tutta da pensare e da rodare, è oggi una locomotiva in piena corsa.

Le vaccinazioni della popolazione siciliana procedono dunque speditamente, grazie anche all’impegno del personale sanitario che è stato reclutato per far fronte ad un impegno senza precedenti nella storia della sanità italiana. Decine, centinaia di operatori sanitari, ma anche di personale amministrativo, ha aderito entusiasticamente all’invito rivolto dalle istituzioni nazionali e regionali per far si che la campagna vaccinale anti Covid 19 diventasse realtà.

Oggi si cominciano a fare i conti. Si, perché questo personale che ha raddoppiato o triplicato i propri sforzi e i proprio turni di lavoro adesso si aspetta di essere retribuito, come previsto dalla normativa nazionale che ha stanziato risorse ad hoc.

Ma ecco che, arrivati al dunque, cominciano i problemi e quegli stessi operatori sanitari che hanno fatto tutti gli sforzi possibili per garantire turni di 12 o addirittura di 24 ore presso gli Hub vaccinali oggi si sentono dire che forse non potranno essere pagati perché… hanno lavorato troppo!

Il pretesto di alcune Aziende è che è stato sforato il tetto massimo dell’orario di lavoro ordinariamente previsto dalla normativa europea e dai contratti di lavoro. Peccato che in quest’ultimo anno di ordinario non ci sia stato proprio nulla e comunque la stessa direttiva europea del 2003 prevede apposite deroghe in situazioni particolari come per assicurare prestazioni
necessarie e continuative negli ospedali o in strutture analoghe.

Nessun divieto tassativo, dunque, anzi una precisa disposizione derogatoria alla norma ordinaria per cause di necessità. Non vorremmo che il Covid non venga considerato tra queste.

Per tali motivi CIMO-FESMED ha invitato l’Assessore della Salute, Ruggero Razza, ad attivarsi per la soluzione del problema e al contempo per ricordargli che anche i lavoratori titolari dei benefici ex Legge 104 hanno il diritto a svolgere prestazioni aggiuntive come già rappresentato al Presidente Musumeci non più tardi di otto giorno fa, prima del ritorno di Razza alla guida dell’Assessorato.

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