Il vaccino contro l’Herpes zoster è raccomandato per tutto le persone over 65 per prevenire l’insorgenza del “fuoco di Sant’Antonio“. Però occhio che potrebbe dare altri benefici inaspettati, ovvero quella di ridurre il rischio di sviluppare problemi cognitivi o qualche forma di demenza legati all’invecchiamento. Lo studio è pubblicato su Nature da un team di ricercatori di Stanford, negli USA.
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Che cos’è il virus zoster
Il virus varicella-zoster è un patogeno molto insidioso. Si contrae di solito da piccoli, quando può causare la malattia esantematica nota come varicella. Ma attenzione, in molti in casi il virus non viene sempre debellato dall’organismo.
In molti casi si sussiste come infezione latente nei neuroni che innervano le aree cutanee colpite, pronto a riattivarsi in età adulta per dare luogo all’Herpes zoster. Questo virus infetta le cellule del sistema nervoso ma questo meccanismo ha fatto sospettare il fatto che essa che possa giocare un ruolo anche nella neuroinfiammazione e in altri meccanismi alla base dell’insorgenza delle demenze. E per questo, si è studiata già in passato la possibilità che il vaccino contro l’Herpes zoster risulti protettivo anche nei confronti del declino cognitivo.
Le ricerche
I risultati delle ricerche effettuate vanno proprio in questa direzione. Ma la presenza di un elevato numero di variabili che entrano in gioco nella scelta di sottoporsi o meno alla vaccinazione ha sempre reso difficile l’interpretazione degli studi: è complicato infatti dimostrare che una minore insorgenza di demenze sia da attribuire al vaccino, e non piuttosto al fatto che chi accetta di farlo tende a essere più colto, avere una maggiore alfabetizzazione medica, tiene di più alla propria salute, o ha una migliore situazione socioeconomica. Nel nuovo studio, però, i ricercatori di Stanford hanno trovato un trucco per aggirare queste difficoltà.
Il vaccino
Per testare questa ricerca si è sfruttata l’opportunità di poter vaccinare gratuitamente in Galles dal 2013 contro l’Herpes zoster tutti gli abitanti 79enni. Le regole hanno creato una popolazione di studio perfetto per valutare l’efficacia del siero soprattutto per quanto concerne il declino cognitivo.
La copertura vaccinale tra i 79enni del 2013 è risultata infatti, per forza di cose, molto più elevata di quella tra chi aveva appena compiuto 80 anni, ed era quindi escluso dall’offerta gratuita. Il vaccino contro l’Herpes zoster è raccomandato per gli over 65 per prevenire l’insorgenza del fuoco di Sant’Antonio.
Cosa dicono i risultati
I risultati delle cartelle cliniche dei gallesi di coloro che hanno compiuto 79 e 80 anni al momento dell’entrata in vigore delle vaccinazioni gratuite sono i seguenti:
- -8,5% di incidenza di nuove diagnosi di demenza nella popolazione eleggibile per la vaccinazione nei 7 anni seguenti
- In termini di riduzione del rischio assoluto, si tratta di una probabilità inferiore di 1,3 punti percentuali rispetto a quella della popolazione non eleggibile
- Probabilità inferiore del 3,5% e rischio relativo del 20% per coloro che effettivamente si sono vaccinati
Geldsetzer: “Indagini simili possono portare a scoperte rivoluzionarie”
Per questo motivo, gli autori dello studio ritengono che sarebbe importante dedicare maggiori risorse per queste ricerce. “Investire almeno una piccola parte delle risorse disponibili in simili indagini potrebbe portare a scoperte rivoluzionarie in termini di prevenzione e terapia – spiega Pascal Geldsetzer, tra gli autori della ricerca – Continuiamo a vedere questi forti segnali protettivi nei confronti della demenza, set di dati dopo set di dati”.

