L'ultimo report settimanale della Fondazione Gimbe parla chiaro: da 4 settimane scendono i nuovi casi settimanali. Anche gli ospedali si svuotano. Gli scenari futuri
Il vaccino sta facendo il suo lavoro, con il 78,47% di popolazione vaccinata in tutta Italia (70,41% in Sicilia), il Covid sembra finalmente arretrare dopo oltre un anno e mezzo. Ma non è il momento di abbassare la guardia.
Casi settimanali in costante calo da un mese
“Ormai da 4 settimane
consecutive continuano a scendere i nuovi casi settimanali: anche sul fronte
dei contagi iniziano a intravedersi i risultati della campagna vaccinale, con
oltre il 71% della popolazione che ha completato il ciclo”.
Lo dichiara Nino Cartabellotta, presidente della Fondazione Gimbe, commentando i dati dell’ultimo report settimanale che mostra tutti gli indici in calo periodo 22-28 settembre 2021 rispetto ai sette giorni precedenti.
Queste nel dettaglio le variazioni: -19,2% di nuovi casi (23.159 rispetto a 28.676), -9,6% le persone in isolamento domiciliare (94.995 rispetto a 105.060), -13,2% i ricoveri con sintomi (3.418 rispetto a 3.937) e -11% per le terapie intensive (459 rispetto a 516).
Diminuiscono anche i decessi legati
al Covid
Si registra inoltre un lieve calo
dei decessi: 386 negli ultimi 7 giorni (di cui 46 riferiti a periodi
precedenti), con una media di 55 al giorno rispetto ai 56 della settimana
precedente.
Solo in due regioni crescono i
positivi
Nella settimana 22-28 settembre 2021, rispetto alla precedente, solo in Emilia-Romagna e Valle d’Aosta crescono i casi attualmente positivi, e solo in quest’ultima si registra un incremento percentuale dei nuovi casi.
Il fronte ospedaliero torna a
respirare
“Sul fronte ospedaliero –
afferma Renata Gili, responsabile Ricerca sui Servizi Sanitari Gimbe – si
conferma il calo dei posti letto occupati da pazienti Covid-19: rispetto alla
settimana precedente scendono del 13,2% in area medica e dell’11% in terapia
intensiva”.
A livello nazionale il tasso di
occupazione rimane basso (6% in area medica e 5% in area critica), seppur con
notevoli differenze regionali: per l’area medica si colloca sopra la soglia del
15% solo la Calabria (17%); per l’area critica nessuna regione supera la soglia
del 10%.