"Quello che fa più paura non è il numero di casi ma il numero di Paesi interessati, circa 25 nel mondo. Ormai ha una diffusione globale"
“Preoccuparsi di provare a contenere e a limitare la diffusione epidemica del vaiolo delle scimmie, non vuol dire fare allarmismo o generare terrore”. Lo scrive su Facebook l’infettivologo genovese Matteo Bassetti. “Se qualcuno vuol sentirsi dire che tutto va bene e che le infezioni non sono e non saranno un problema per il mondo – sottolinea Bassetti – può e deve stare lontano dai miei spazi e seguire e leggere persone e argomenti più leggeri e più adatti alla sua intelligenza. Non mi offenderò”.
La diffusione
“Ieri l’Inghilterra ha deciso alcune misure contro il vaiolo delle scimmie, secondo me molto intelligenti, perché rischiamo di passare ad una fase endemica di questo virus o addirittura epidemica. Anche in questo caso gli inglesi dimostrano di essere avanti rispetto agli altri”, prosegue Bassetti. “Sono moltissimi i casi di vaiolo delle scimmie nel mondo, probabilmente molti di più di quelli che oggi sono stati diagnosticati, circa 500. Ma quello che fa più paura non è il numero di casi ma il numero di Paesi interessati, circa 25 nel mondo. Ormai ha una diffusione globale”.
L’Oms: “Non temiamo una pandemia”
L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha assicurato oggi di non temere per il momento che la diffusione del virus del vaiolo delle scimmie al di fuori dei paesi africani possa innescare una pandemia globale. Alla domanda durante un briefing sulla possibilità di una pandemia globale, la principale esperta dell’OMS sul vaiolo delle scimmie, Rosamund Lewis, ha risposto: “Al momento non siamo preoccupati per una pandemia globale”. “È ancora possibile fermare questa epidemia prima che si diffonda”, ha detto Lewis.
