“La povertà educativa è una condizione sociale fortemente correlata alla povertà economica. Troppo spesso la ridotta disponibilità economica si traduce in una drastica riduzione delle possibilità e delle occasioni educative proprio nel periodo della vita in cui l’educazione e la formazione giocano un ruolo essenziale nello sviluppo della persona. La povertà educativa è una povertà che si vede meno di quella economica, rispetto alla quale c’è anche minore consapevolezza, ma che influisce molto negativamente sulla capacità di ciascun bambino e ragazzo di scoprirsi e di coltivare le proprie inclinazioni e il proprio talento”. Lo ha detto Giuseppe Valditara, ministro dell’Istruzione e del Merito, in occasione della presentazione dei dati della seconda Ricerca sulla Povertà Educativa in Italia, realizzata da Fondazione L’Albero della Vita Onlus (Fadv) con la supervisione scientifica dell’Università degli Studi di Palermo.
“In Italia sono circa 1.200.000 i bambini che vivono in una condizione di significativa debolezza economica e si trovano quindi a rischio di povertà educativa, con le conseguenze che ne derivano. Questi bambini non possono permettersi la possibilità di partecipare a un evento, di visitare una mostra, di andare al cinema, più in generale di godere di consumi culturali che contribuiscono notevolmente allo sviluppo educativo complessivo dell’individuo. La conseguenza – sottolinea il ministro – è che in Italia 1 minore su 7 lascia prematuramente gli studi, quasi la metà non ha mai letto un libro, quasi 1 su 5 non fa sport. Troppi sono i ragazzi che, in tutto il Paese, sono privati delle opportunità educative e dei luoghi dove svolgere attività artistiche, culturali e ricreative che potrebbero di fatto aumentare notevolmente le loro opportunità di sviluppare adeguate competenze e di costruirsi un futuro migliore”.
“La ricerca svolta da Fondazione L’Albero della Vita ScuolAttiva, che oggi viene presentata, precisa ulteriormente le dimensioni e l’intensità del fenomeno, con riferimento specifico alle periferie più disagiate apportando un prezioso contributo alla conoscenza e quindi anche alla corretta valutazione del fenomeno. Ne emerge – continua Valditara – che i livelli di dispersione scolastica rimangono ancora troppo alti e l’obiettivo che ci impone il Pnrr è di evitare che nei prossimi anni circa 470mila giovani abbandonino la scuola prima del conseguimento del diploma, ma la nostra sfida è anche quella di tenere sotto controllo la dispersione scolastica implicita, quella dovuta al mancato raggiungimento di adeguate competenze a fronte del titolo di studio. Ecco perché li Ministero dell’Istruzione e del Merito ha messo in campo importanti misure straordinarie con uno stanziamento pari a 500 milioni di euro in favore della riduzione dei divari di apprendimento fra i diversi territori del Paese, a sostegno di progetti e iniziative degli operatori del Terzo Settore nelle Regioni del Mezzogiorno, dove è più intenso li problema della povertà educativa e maggiormente necessario portare avanti i valori di coesione e di inclusione sociale”.