Più contagiosa e letale, la variante delta plus (non è uno scherzo?) - QdS

Più contagiosa e letale, la variante delta plus (non è uno scherzo?)

Più contagiosa e letale, la variante delta plus (non è uno scherzo?)

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mercoledì 23 Giugno 2021

Si diffonde sempre più rapidamente in India la variante cosiddetta "Delta Plus" del coronavirus

Si diffonde sempre più rapidamente in India la variante cosiddetta “Delta Plus” del coronavirus rilevata per la prima volta lo scorso aprile: secondo il ministero della Sanità, riporta la Bbc, finora sono stati individuati 22 casi del nuovo ceppo in sei distretti di tre Stati (Maharashtra, Kerala e Madhya Pradesh).

Sedici di questi casi di contagio sono stati rilevati nel Maharashtra, uno degli Stati indiani più colpiti dalla pandemia.

Secondo il ministero la variante – conosciuta anche come ‘AY.1’ e già rilevata in nove Paesi tra cui Usa e Gb – si diffonde più facilmente della Delta e si lega più rapidamente alle cellule polmonari. 

LA SUA PERICOLOSITA’

Anche la variante Delta Plus, la nuova versione recentemente identificata e segnalata con la sigla AY.1, come le altre varianti del virus SarsCoV2, sta riutilizzando mutazioni già comparse: per esempio la K417N che si era osservata bella variante Beta individuata in Sudafrica.

“Potremmo dire che la variante Delta è una versione potenziata della Beta”, osserva il virologo Francesco Broccolo, dell’Università di Milano Bicocca. Proprio queste mutazioni ricorrenti, secondo il virologo, potrebbero essere considerate nel rimodulare i vaccini anti Covid esistenti.

“Non possiamo escludere – rileva -che arrivino nuove varianti e che alcune di queste non possano ‘bucare’ il vaccino dal punto di vista virologico, ossia per quanto riguarda infezione e trasmissione, anche se non ancora dal punto di vista clinico, ossia per quanto riguarda la malattia grave e la morte”. Gradualmente, “si stanno selezionando una costellazione di mutazioni critiche che sfuggono agli anticorpi neutralizzanti indotti dalle infezioni naturali e dai vaccini disegnati sulla proteina S nativa. Sembra quindi, almeno al momento, che l’evoluzione del virus abbia poco margine di selezione”, prosegue l’esperto.

Quello che “più preoccupa – aggiunge – è che ci sono Paesi in cui il piano di vaccinazione è ancora molto indietro e dove, quindi, il virus si replica liberamente. Non sappiamo se la pressione selettiva dei vaccini farà insorgere nuove varianti”.

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