Variante Delta Plus dominante in Italia, allarme per nuova mutazione - QdS

Variante Delta Plus dominante in Italia, allarme per nuova mutazione

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Variante Delta Plus dominante in Italia, allarme per nuova mutazione

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sabato 20 Novembre 2021

La variante Delta plus sta diventando dominante anche in Europa. Anzi, già lo è. E questo mette in allarme gli scienziati. Non solo: pare stia conquistando anche l'Italia

La variante Delta plus sta diventando dominante anche in Europa. Anzi, già lo è. E questo mette in allarme gli scienziati. Non solo: pare stia conquistando anche l’Italia.

La sua sigla è AY.4.2 e ha una velocità di trasmissione tra il 10 e il 15 per cento più alta della versione originale della Delta. Davvero impressionante

Le caratteristiche

“Non solo. Nel corso dell’attività di sequenziamento del virus, abbiamo trovato anche una presenza crescente di un altro sotto lineaggio, la AY.43″, spiega a Il Messaggero il professor Vittorio Sambri, direttore dell’Unità Operativa Microbiologia in Emilia Romagna. “Tra i vari lineaggi che sono emersi ultimamente della variante Delta, il più rappresentativo in termini di numeri è la Y. Di qui si è sviluppata la AY.4.2, ovvero la Delta Plus. E di recente l’AY.43. Dobbiamo capire se anche quest’ ultima ha una velocità di diffusione elevata come la Plus. O più elevata. Queste mutazioni possono in parte spiegare la crescita velocissima dei casi in alcune aree dell’Europa”.

La sottovariante

Questa sottovariante, l’AY.43, è stata trovata pure in alcuni sequenziamenti di campioni di virus provenienti dalla BulgariaMassimo Ciccozzi, docente di Statistica medica ed Epidemiologia all’Università Campus Biomedico di Roma, massimo esperto di mutazione del virus, vuole usare prudenza nel valutare l’esito delle ricerche svolte in Inghilterra che parlano di una maggiore capacità di infettare della Delta Plus: “Dobbiamo essere molto più veloci con le terze dosi, non possiamo permetterci, anche alla luce della diffusione di queste mutazioni della Delta, che troppe persone siano attaccabili perché hanno ricevuto la seconda iniezione più di sei mesi fa.

La decadenza della protezione è evidente. E anche per difenderci dalle nuove sottovarianti avremmo dovuto essere più tempestivi nel valutare i dati di Israele che grazie alle terze dosi ha fermato una nuova ondata”.

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