Sono stati fatti 86 sequenziamenti al 19 ottobre e sono distribuiti un pò in tutte le Regioni. Lo ha confermato il presidente dell'Iss Silvio Brusaferro durante la conferenza sul monitoraggio
“Sulla nuova variante Delta plus ci sono al momento in Italia numeri di sequenze limitati, presenti in molte regioni. Tutto il sistema è in questo momento allertato. Sono stati fatti 86 sequenziamenti al 19 ottobre e sono distribuiti un pò in tutte le Regioni”.
Lo ha detto il presidente dell’Iss Silvio Brusaferro durante la conferenza stampa per la presentazione dei dati del monitoraggio settimanale. Tra le Regioni sequenziate, pare, ci sarebbe anche la Sicilia.
COS’E’ LA VARIANTE DELTA PLUS
La variante Delta plus è una sotto-variante della Delta. È poco più infettiva di quest’ultima, ma dimostra come la carenza di un’adeguata vaccinazione globale continui a scatenare nuove mutazioni.
Sintomi e trasmissibilità
La sintomatologia di questa nuova variante è simile a quelle precedenti. Con la differenza che sembra colpire maggiormente le vie aeree superiori piuttosto che quelle inferiori, generando quindi più faringiti, riniti e infezioni simili. Ma meno bronchiti e polmoniti. Nel caso di un “raffreddore che non passa”, di febbre e ovviamente di un contatto positivo, occorre fare il tampone.
“Con tutte le varianti, compresa quest’ultima” variante Delta plus (AY.4.2) “dobbiamo guardare due cose: la trasmissibilità, ovvero qualsiasi variante che è più trasmissibile della Delta è chiaro che andrà avanti e prenderà il sopravvento, ma questa AY.4.2 non lo è.
La seconda è che, a parità di trasmissibilità – e questa Delta plus sembra essere comparabile alla Delta – va verificato se sfugge di più al sistema immunitario e quindi ai vaccini e non ci sembra sia il caso. Ma ci saranno altre varianti in futuro, i virus mutano di continuo“. Lo ha detto l’immunologo Sergio Abrignani, ordinario di Immunologia all’Università Statale di Milano e componente del Comitato tecnico scientifico (Cts), ospite di ‘Agora’ su RaiTre.
Immunità? “Mitigazione del rischio con vaccini”
“Più che all’immunità di gruppo dobbiamo puntare a vaccinare il più alto numero di persone” contro il covid “per mitigare il rischio e rendere questa pandemia una endemia. Qualcosa di tollerabile che ci porteremo dietro come il morbillo e l’influenza”, ha detto l’immunologo Sergio Abrignani, ordinario di Immunologia all’Università Statale di Milano e componente del Comitato tecnico scientifico (Cts), ospite di ‘Agora’ su RaiTre.
“L’Italia è sulla strada giusta e lo dicono i numeri dei vaccini, degli infettati, delle complicazioni e dei decessi – ha aggiunto – stiamo facendo la cosa giusta e siamo tra i migliori al mondo. Dobbiamo vaccinare di più e arrivare al 90% della popolazione immunizzata, anche quando arriveremo a 47 mln di vaccinati con due dose, avremo sempre 7 mln di persone non vaccinati e oltre 1 milione e mezzo di over 60 che sono a più rischio se contagiati”.