La variante Xe di Sars-CoV-2, ricombinante di Omicron 1 e Omicron 2, “non sembra più aggressiva, più mortale e più patogenetica. Il ciclo completo vaccinale (con booster) funziona nel prevenire forme gravi. E’ invece sicuramente più contagiosa (+10%). Quindi si diffonderà più velocemente e più rapidamente e potrebbe prendere il sopravvento sulle altre. Dovremo abituarci: finché c’è virus c’è variante”. Lo sottolinea Matteo Bassetti, direttore della Clinica di Malattie infettive del Policlinico San Martino di Genova.
“La variante Xe – ricorda su Facebook – è un mix di Omicron 1 e 2 che si uniscono e si ricombinano. Peraltro è un fenomeno”, quello della ricombinazione, “che avviene abitualmente per l’influenza senza che nessuno si preoccupi di metterlo in prima pagina”, rileva l’esperto. “Mutazioni e ricombinazioni – evidenzia – avvengono in continuazione per tutti i virus e molti altri microrganismi”.
Ancora poche le informazioni sulla variante ma i sintomi riscontrati nei pochi casi rilevati sono praticamente identici a quelli osservati per Omicron. I vaccini attualmente disponibili sembrano funzionare molto bene nel prevenire la malattia grave in caso di ciclo completo, più debole la protezione per quanto riguarda il contagio.
“Il ricombinante Xe è stato rilevato per la prima volta nel Regno Unito il 19 gennaio e al 29 marzo sono state segnalate e confermate circa 600 sequenze”. Se “prime stime suggeriscono che Xe ha un vantaggio di trasmissione del 10% rispetto a BA.2”, la cosiddetta Omicron 2, “questo dato richiede un’ulteriore conferma”. Lo ripete l’Organizzazione mondiale della sanità nel suo ultimo report settimanale sull’andamento di Covid-19 a livello globale, in merito alla ‘variante mix’ di Omicron 1 e 2. Tecnicamente non una variante a sé, considerato che per ora, finché non emergeranno differenze significative nella contagiosità e nelle patogenicità del mutante, “il ricombinante Xe – ribadisce l’Oms – viene monitorato come parte della variante Omicron”.