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Manovra regionale al bivio: tensioni, tagli e barricate all’Ars sulla variazione di bilancio

Manovra regionale al bivio: tensioni, tagli e barricate all’Ars sulla variazione di bilancio
Palazzo Reale Orleans, sede della Regione Siciliana

La variazione di bilancio 2025 della Regione Siciliana infiamma l’Ars, con scontri tra maggioranza e opposizione. In Commissione Bilancio solo 13 articoli su 35 sono sopravvissuti al primo esame

Oggi si disputerà il secondo round in Commissione bilancio, dove i deputati dovrebbero completare l’esame del disegno di legge Variazioni di bilancio che sta mettendo a dura prova la maggioranza e l’intero Parlamento siciliano. Al termine della seduta di ieri, chiusa quando a Palazzo dei Normanni si spengono le luci ed il personale va via, salvo autorizzazione allo straordinario come per i lavori d’aula, c’erano le prime proiezioni ed i primi altolà. Il coordinatore regionale del Movimento 5 stelle, il vicepresidente vicario dell’Ars Nuccio Di Paola, ha avuto parole poco clementi per la manovra finanziaria in corso d’esame: “Quello che sta accadendo è vergognoso. Sarò presente in aula e spero ci sarà Schifani. Non permetterò che il presidente della Regione tratti l’Assemblea a pesci in faccia. Tutto quello che sta facendo lo fa solo per interesse politico”. Di Paola non ha dubbi, né sul quando né tantomeno su come: “La variazione va rinviata a settembre, anche perché nessuna norma approvata adesso verrà attuata. Ci sono norme della finanziaria di dicembre 2024 non ancora attuate. Dal momento in cui il ddl arriverà in aula chiederò voto segreto su ogni articolo”. Il voto segreto, cui stanno lavorando Renato Schifani e Gaetano Galvagno per una abolizione o ridimensionamento, è in questo momento di tensioni interne alla maggioranza il tallone d’Achille.

Opposizione pronta alle barricate

I capigruppo dell’opposizione, Michele Catanzaro del Partito Democratico e Antonio De Luca del M5s, hanno messo in mora la maggioranza annunciando barricate secondo regolamento parlamentare: “I gruppi Pd e 5 Stelle hanno presentato una serie di emendamenti che mirano a tamponare alcune delle emergenze dell’isola. Nei caminetti del centrodestra evidentemente si discute d’altro, ma a noi le beghe e le rese dei conti interne alla maggioranza non interessano. Se il presidente Schifani e il suo governo vogliono discutere di misure essenziali e di ampia portata realmente destinate alla Sicilia, lo dimostrino con i fatti e non con gli slogan”.

Il capitolo costo extra rifiuti

Anche Sud chiama Nord aveva messo le mani avanti su una serie di provvedimenti previsti dalla manovra. Per i costi extra rifiuti, secondo il gruppo di Cateno De Luca, “venti milioni di euro non bastano”. Lunedì il gruppo parlamentare aveva annunciato la richiesta di aumentare questo budget a 50 milioni di euro così da non penalizzare ancora i comuni virtuosi. “È una cifra che non tiene conto dei reali costi che i Comuni siciliani stanno sostenendo per fronteggiare la carenza di impianti che si ripercuote sui costi dell’indifferenziata che sfiora le 400 euro a tonnellata”. E sulla raccolta differenziata il gruppo di Cateno De Luca punta il dito accusatorio sulle grandi città siciliane chiedendo una audizione urgente. “Alla luce degli ultimi dati disponibili, la Sicilia si ferma al 55,86% di raccolta differenziata, ancora lontana dal traguardo del 65% imposto dalla normativa nazionale ed europea. Un risultato insoddisfacente – afferma il deputato di Sud chiama Nord Giuseppe Lombardo – aggravato dalle performance gravemente insufficienti delle città metropolitane di Palermo e Catania, ferme rispettivamente al 17,3% e al 33,5% al dicembre 2024”.

Mal di pancia da destra a sinistra

Malumori, richieste di interventi, intolleranza verso il diktat di Palazzo d’Orleans, fanno da cornice ai lavori sulla manovra che, di fatto, anche se approvata prima della chiusura estiva dell’Ars e subito pubblicata in Gazzetta Ufficiale, vedrebbe poi tutti gli uffici chiusi per la sua attuazione. E tra Salvo Tomarchio di Forza Italia che lamenta il depennamento del finanziamento alla tradizionale sagra del pistacchio di Bronte e le voci sul drastico ridimensionamento del maxi emendamento del governo, la sfida di Sala d’Ercole si prospetta calda come l’estate.

Una ghigliottina sul testo della manovra

Nel corso della prima seduta in Commissione bilancio sono emersi articoli salvati ed altri ritirati dal testo. Non ci saranno i 5 milioni per gli interventi per i beni archeologici e parchi archeologici, salta il nuovo sistema contabile basato sul principio Accrual, salta al momento il fondo per il sostegno all’editoria (mentre è stato pubblicato da Irfis l’elenco degli ammessi al precedente contributo), al momento eliminata anche l’integrazione per Irfis sul Po Fesr Sicilia 2014-2020, accantonato anche una pezzo delle misure da 17 milioni di euro per l’abbattimento delle locazioni passive della Regione Siciliana. La ghigliottina calata sul testo della manovra finanziaria ha salvato soltanto 13 norme sulle originarie 35. Perfino l’articolo 1, testa del ddl, è stato al momento accantonato.

Niente stabilizzazione per gli eroi del Covid-19

Sulla sanità c’é chi gioisce e chi no. La deputata del Partito Democratico Valentina Chinnici ha espresso forte disappunto per una bocciatura che ha definito ingiusta. Ieri la Commissione bilancio ha bocciato infatti per due voti l’emendamento presentato da Chinnici per la stabilizzazione del personale amministrativo e tecnico-informatico precario impiegato durante l’emergenza Covid-19 nelle aziende sanitarie dell’Isola. “È incomprensibile come la maggioranza abbia voltato le spalle a lavoratrici e lavoratori che hanno garantito servizi essenziali in un momento drammatico, spesso in condizioni di precarietà inaccettabili”, denuncia Chinnici. “L’emendamento – prosegue la deputata dem – era un atto di giustizia e lungimiranza: da un lato, valorizzava competenze acquisite in anni di lavoro, dall’altro affrontava il problema cronico delle liste d’attesa, aggravato dalla carenza di personale strutturato”. La proposta della vicesegretaria regionale del Pd avrebbe autorizzato la spesa di 5 milioni di euro per il 2025 per completare le procedure di stabilizzazione nelle Asp, in particolare quella di Palermo. Annunciando la volontà di non arrendersi su questo fronte, Valentina Chinnici accusa la maggioranza che ha bocciato l’emendamento perché “dimostra l’assenza di una visione strategica per la sanità pubblica e una preoccupante sordità verso le esigenze del territorio”.

La rivoluzione nel sistema sanitario regionale

Le Asp, “già in affanno, avrebbero beneficiato di questa misura senza pesare ulteriormente sul bilancio, grazie ai limiti di spesa e al piano triennale dei fabbisogni”, ha affermato Chinnici. Ma la maggioranza della commissione non era d’accordo. Unanimità invece è stata espressa in votazione ai tre emendamenti proposti da Marianna Caronia, di Noi moderati ma al Gruppo misto. “Si tratta di provvedimenti che per la realtà siciliana – spiega Caronia – sono tanto semplici quanto rivoluzionari e possono davvero rappresentare il momento della svolta nella triste vicenda delle liste d’attesa in sanità”. Sostanzialmente, quelli che la II Commissione ha ritenuto di dover proporre a Sala d’Ercole sono due modifiche al sistema di organizzazione delle liste d’attesa, con l’obiettivo di ridurle drasticamente, introducendo allo stesso tempo uno strumento di controllo e conoscenza da parte dei cittadini e del Parlamento. Il meccanismo è semplice: le strutture ospedaliere siciliane potranno erogare visite ed esami diagnostici nei giorni festivi e nelle ore notturne dei giorni feriali, previa verifica della disponibilità. Questa misura, oltre ad abbattere i tempi d’attesa, secondo Marianna Caronia e l’intera Commissione, dovrebbe assicurare il funzionamento ottimizzato dei macchinari, evitando sprechi di capacità tecnologica e riducendo in modo significativo i tempi di ammortamento dei costi di investimento sui macchinari diagnostici. “Per la prima volta – spiega la deputata di Noi Moderati – si introduce il principio di valutazione del costo delle macchine diagnostiche, come Tac, risonanze e apparecchiature ad alto ‘tempo macchina’. L’obiettivo è massimizzarne l’utilizzo, riducendo non solo le liste d’attesa ma anche i tempi di ammortamento, con evidenti risparmi per il sistema sanitario”. L’ultimo dei tre emendamenti prevede che l’assessore alla Salute debba presentare al Parlamento relazioni semestrali sui risultati raggiunti, “garantendo – continua Caronia – un controllo costante dell’efficacia delle misure e una rendicontazione pubblica ai cittadini”.