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Variazione di bilancio ter, in Sicilia una manovra finanziaria contro la crisi idrica: ecco cosa cambia

Variazione di bilancio ter, in Sicilia una manovra finanziaria contro la crisi idrica: ecco cosa cambia
invaso a secco siccità

Una situazione che anno dopo anno causa gravi danni al comparto agricolo, zootecnico, quindi anche enogastronomico

La manovra finanziaria che domani mattina verrà formalmente recepita dalla II Commissione bilancio, presieduta da Dario Daidone di Fratelli d’Italia, ha da una parte importanti risorse stanziate per provare a risolvere il calvario delle liste d’attesa nel Servizio sanitario regionale ma dall’altra conta ben 6 articoli in un modo o nell’altro riguardanti la crisi idrica che ha colpito la Sicilia e che anno dopo anno causa gravi danni al comparto agricolo, zootecnico, quindi anche enogastronomico.

L’emergenza

Un settore d’eccellenza siciliana in molteplici forme che subisce e rischia di subire ancora in futuro duri colpi, dal clima, prima ed ancora adesso, e prossimamente forse anche dai dazi di quegli Stati Uniti in cui si esportavano prodotto di alto livello da piccole e medie imprese dell’Isola.

Le dighe da reinventare correndo ai ripari

Il disegno di legge di variazione di bilancio, del valore complessivo di 345 milioni di euro, mobilita risorse di importi non particolarmente elevati ma sicuramente mirati.

Tra questi ci sono degli interventi sulle dighe siciliane, con risorse per quasi 6,3 milioni di euro, per interventi di varia natura ma in generale volti a rendere più funzionali gli invasi. In dettaglio, oltre 2,7 milioni sono destinati alle dighe Villarosa e Olivo. Tra le due infrastrutture la Regione intende realizzare un collegamento acquedottistico.

In interconnessione si vuole porre le dighe Disueri e Cimia, con una previsione di intervento da quasi 1,2 milioni di euro. Analogo è l’intervento tra l’invaso Ancipa e quello di Pozzillo, dove però l’interconnessione è da ripristinare e per il cui intervento sono stanziati 1,5 milioni. Infine 850 mila euro sono stati previsti in manovra per lavori manutenzione straordinaria degli scarichi profondi e di superficie, di adeguamento del franco idraulico e di adeguamento sismico della diga Comunelli.

La situazione negli invasi

I grafici ed i volumi di acqua invasata nei bacini siciliani offrono un quadro impietoso di grave carenza idrica. La diga della Trinità non è prevista con alcuna linea di finanziamento straordinario in questa manovra.

Per l’infrastruttura con sbarramento interrato stava comunque procedendo la Protezione Civile siciliana con risorse in conto capitale dopo il commissariamento del Dipartimento acqua e rifiuti successivo alla disposizione ministeriale di messa fuori esercizio.

Le condizioni del bacino

La condizione del bacino, che ricade nel territorio del Comune di Castelvetrano, è però ancora oggi a dir poco negativa. Secondo l’ultimo dato utile, aggiornato al primo giugno, quando ancora l’estate rovente non aveva colpito la Sicilia, il bacino sul fiume Delia che dovrebbe poter contenere 18 milioni di metri cubi d’acqua ne aveva appena 4 milioni.

Ma negli ultimi 45 giorni la situazione è tutt’altro che migliorata. Questa mattina infatti il deputato regionale trapanese Dario Safina, del gruppo Partito Democratico all’Ars, ci ha comunicato lo stato disastroso in cui versa il comparto agricolo della valle del Belice.

Il grido d’allarme della valle del Belice

“È un quadro drammatico quello che mi è stato consegnato ieri dagli agricoltori della provincia di Trapani, in particolare della valle del Belice. Ho ascoltato con attenzione, raccogliendo il dolore, la rabbia e la disperazione di chi ogni giorno lavora la terra e oggi si ritrova con le colture che appassiscono sotto i propri occhi, senza acqua, senza sostegno, senza futuro”. Lo ha affermato l’onorevole Safina dopo aver incontrato, il giorno precedente a Campobello di Mazara, una delegazione di agricoltori locali. “Non è più soltanto una crisi agricola o economica: quella che stiamo vivendo – prosegue il deputato regionale del Pd – è una vera e propria emergenza sociale, che rischia di cancellare intere comunità produttive e di alimentare fenomeni di marginalità e degrado.

È intollerabile che, a fronte di una situazione tanto grave, il governo regionale continui a restare immobile, privo di visione e di iniziativa”.

La diga Trinità è ormai una pozzanghera da poco oltre un milione di metri cubi d’acqua, secondo quanto abbiamo assunto da fonti locali. Tanto che si teme, nel caso il livello dovesse scendere ulteriormente, la compromissione della base argillosa dello sbarramento di diga e la fauna dell’invaso. I due fattori, qualora del tutto compromessi, decreterebbero prima lo sviluppo di flora batterica nella residua ristagnante acqua e poi il cedimento dell’argilla asciutta.

Il laghetto di Pergusa, altro bacino da salvare

Se sul lago artificiale della Trinità, a Castelvetrano, era stato avviato un iter per il salvataggio che allo stato attuale sembrerebbe aver prodotto solo il salvataggio della disposizione di messa fuori esercizio del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, per il laghetto naturale di Pergusa che lo scorso anno si era prosciugato si sta adesso intervenendo con uno stanziamento di risorse inserite in manovra finanziaria. La Regione ha deciso di destinare 2 milioni di euro ad “interventi in materia di pianificazione del demanio marittimo e rigenerazione urbana e riserva naturale lago di Pergusa”.

Nello specifico, il testo della norma deliberata il 10 luglio dalla giunta Schifani prevede che tali risorse non debbano necessariamente essere erogate alla provincia regionale di Enna ma che possa esserne destinatario in alternativa anche la Fondazione Lago di Pergusa.

Dalla Protezione Civile ai dissalatori, tutto è emergenza idrica

Le casse della Protezione civile regionale siciliana verranno rimpinguate di altri 10 milioni di euro. Di queste risorse, 8 milioni di euro sono per interventi in conto capitale – da destinare per 2 milioni di euro alla realizzazione di lavori per fronteggiare l’emergenza e mitigare la crisi idrica e 6 milioni di euro a contributi agli investimenti ad amministrazioni locali – e 2 milioni per interventi di parte corrente. Interventi finanziari sono stati inseriti nella variazione di bilancio anche per la forestazione – con lievi aumenti di risorse previste in precedenza – e per la mitigazione degli effetti della siccità in agricoltura con in questa norma 10 milioni di euro per l’annualità corrente.

Mediante l’Assessorato per l’Agricoltura, la Regione dispone i predetti dieci milioni “al fine di mitigare gli effetti della siccità e accrescere la disponibilità di risorse idriche per l’agricoltura e la zootecnia, il Dipartimento regionale dell’Agricoltura concede contributi in conto capitale alle aziende agricole siciliane per la realizzazione di vasche e serbatoi aziendali e/o interaziendali per l’accumulo di acqua ad uso irriguo e/o zootecnico”.

Una misura che consentirà agli imprenditori del comparto di dotarsi di dotarsi di laghetti e serbatoi, ma presumibilmente ormai per la prossima estate. Infine, sempre sul tema dell’emergenza idrica, una delle voci di spesa maggiori di tutta la manovra finanziaria è quella dei dissalatori.

Per la gestione degli impianti di dissalazione nei comuni di Gela, Porto Empedocle e Trapani la Regione Siciliana mette in conto risorse per un ammontare di 67 milioni e 200 mila euro per il periodo triennale 2025-2027. Il conto, inoltre, fatta eccezione per il residuo anno in corso che vede uno stanziamento di 9,9 milioni di euro, ha una stima crescente con oltre 25 milioni per il 2026 e 32 milioni di euro per il 2027.