Accordo tra maggioranza e minoranza sfuggito per la quarta manovra finanziaria del governo Schifani. Volano stracci tra Galvagno e La Vardera in aula. L’assessore Dagnino difende il Ddl che riduce la spesa corrente in favore del “97% destinato ad investimenti”
In aula è all’ordine del giorno il disegno di legge 809/A, “Variazioni al bilancio di previsione della Regione per il triennio 2024-2026”, canonicamente programmato per le ore 15 in Sala d’Ercole. Già circa un’ora prima però, una seduta ha avuto inizio negli uffici del presidente Gaetano Galvagno con i capigruppo per trovare un’intesa sui lavori d’aula per una manovra finanziaria, la quarta del governo di Renato Schifani, per la quale sono stati depositati centinaia di emendamenti. Circa 450. Nelle intenzioni della maggioranza, un accordo con i gruppi di opposizione avrebbe dovuto ridurre gli emendamenti, trovare la quadra sugli aspetti più importanti per il governo ed in qualche modo accontentare tutte le parti con il Ddl che sulla carta doveva inizialmente constare una variazione di circa ottocento milioni di euro, dei quali 408,5 per l’esercizio finanziario 2024. Doveva, perché per l’esercizio dell’anno corrente si è giunti a circa 483 milioni di euro. Rimangono invece al momento invariati i 207 milioni per l’anno 2025 e lo stesso importo per l’anno successivo.
L’impianto della manovra quater sulle emergenze
L’onorevole Marianna Caronia ha dato lettura del testo in qualità di relatore, poco prima delle 17, dopo una riunione dei capigruppo durata un paio d’ore e nel corso della quale non sembra esserci stata piena sintonia tra le parti. L’impianto del Ddl è sostanzialmente invariato, con interventi finanziari per Enti locali colpiti dalla crisi idrica, l’agricoltura, i Consorzi di bonifica, poi il finanziamento per la manutenzione della rete idro-termo-pluvio regionale ed altri interventi volti a fronteggiare in emergenza la crisi derivante dalla siccità ed il pericolo derivante da già occorsi ed eventuali futuri eventi climatici estremi. Ma tra le somme e gli articoli ci sono destinatari di risorse che non vanno bene ad una parte di Sala d’Ercole e mancano indirizzi scontentandone un’altra parte. In pochi minuti dall’avvio dei lavori, l’Assemblea regionale siciliana si è quindi scaldata ed i toni si sono accesi.
La premessa sul Ddl è un dibattito “senza sconti”
I toni si scaldano subito con Emanuele Dipasquale del gruppo Partito Democratico che lamenta l’assenza del presidente della Regione Siciliana e la distrazione dell’assessore Alessandro Dagnino. “Le variazioni di bilancio sono uno strumento non solo finanziario ma anche politico”, premette Dipasquale affermando: “Sconti noi non abbiamo intenzione di farne assolutamente”. Il Partito Democratico all’Ars annuncia così l’intenzione di “osteggiare” il disegno di legge con ogni mezzo previsto da statuto e regolamento. Si aprono le danze, ed è la premessa annunciata prima che il relatore Caronia presentasse il testo all’aula. Con l’intervento di Cateno De Luca è poi partito l’attacco alla iniquità degli interventi compensativi, dei quali pare il Comune di Taormina non benefici, ed al tema delle “sagre e sagrette” – come definite dallo stesso sindaco e leader di Sud chiama Nord – che su indicazione di Palazzo d’Orleans non dovevano essere presenti per non snaturare l’indirizzo del Ddl.
Una manovra che lievita a vista d’occhio
Il capogruppo del Movimento 5 Stelle all’Ars Antonio De Luca ha così commentato a fine lavori in Sala d’Ercole: “La netta sensazione che traspare leggendo questa variazione di bilancio è che allo stesso governo, che l’ha confezionata, interessa poco, il suo vero obiettivo è la finanziaria che bussa alle porte. Per ora bastano le norme spot e i proclami, e se non si riesce a spendere le somme relative, nessun problema, andranno a copertura del disavanzo”. La sensazione era di fatto preannunciata, e già da fine riunione con i capigruppo in ufficio di presidenza si era palesata l’idea del disavanzo nel caso non si riuscisse ad impegnare le somme per il 2024. Se il M5S all’Ars, per voce dei suoi deputati, avversa l’idea contenuta nel Ddl di stanziare somme per sostenere gli studenti con dei prestiti invece che a fondo perduto, per voce del deputato dem Mario Giambona risuona in Sala d’Ercole che la manovra finanziaria stimata per l’anno 2024 in “oltre 400 milioni di euro”, secondo le prime avvisaglie “nei corridoi si anticipa che potremmo arrivare ad oltre 500 milioni di euro”.
Volano stracci tra Galvagno e La Vardera
Il tema delle sagre e delle feste era stato affrontato prima dell’inizio lavori d’aula da Mario Giambona: “La discussione in Aula che comincia oggi sulla variazione di bilancio rappresenta l’ennesima norma propagandistica che il governo regionale ha intenzione di promuovere, con lo scopo di foraggiare feste e sagre in giro per la Sicilia, restando così ben lontana dai problemi dei siciliani”. Poi, sagre e feste sono tornati nell’intervento del deputato ormai al gruppo misto Ismaele La Vardera che ha fatto notare come, in ogni caso, dei contributi a pioggia con questo indirizzo di spesa non si sarebbero potuti spendere. Ma sulla questione sono volati gli stracci in Sala d’Ercole. La Vardera ha denunciato in aula contributi di cui avrebbe beneficiato un parlamentare dell’Ars per tramite della madre e dei contributi che nella terza manovra finanziaria avrebbero beneficiato perfino delle s.r.l. Pochi secondi dopo, in un crescendo di urla in aula, il presidente Gaetano Galvagno ha detto a La Vardera che non era nelle condizioni di poter fare la morale ed in un accesso scontro tra il deputato e il presidente dell’Ars, è stato prima silenziato il microfono del parlamentare e poi è stato invitato ad allontanarsi dall’aula. Momenti tesi in cui La Vardera è stato platealmente isolato all’Ars. I lavori sono poi ripartiti tra il trambusto in aula lento a sedarsi.
La replica di Dagnino: “Lo diranno i fatti se le misure saranno state proficue oppure no”
Presente in aula l’assessore Alessandro Aricò, assente l’assessore Alessandro Dagnino allontanatosi temporaneamente, il capogruppo del PD all’Ars ha chiesto una sospensione per richiamare in Sala d’Ercole “almeno l’assessore all’economia”. Sono ormai le otto di sera quando in aula l’assessore Dagnino è intervenuto in replica sulla discussione generale per difendere “la natura liberale” del disegno di legge. Una difesa della manovra sul piano politico: “Lo diranno i fatti se le misure saranno state proficue oppure no”. Il disegno di legge, fa notare l’assessore al ramo Alessandro Dagnino, non distribuisce somme “a pioggia” ma “destina il 97% delle risorse ad investimenti” riducendo quindi le risorse per le spese correnti. “Ieri – ha dichiarato Dagnino riferendosi chiaramente a lunedì – abbiamo approvato la Nadefr, e dalle previsioni emerge chiaramente che a fronte della crescita media nazionale del Pil dello 0,9 la Sicilia è cresciuta dell’1,5%”. Quindi un +0,6% di crescita siciliana rispetto alla media nazionale secondo le previsioni che l’assessore Dagnino definisce caute. Al termine della replica di Dagnino l’aula è stata sospesa e riconvocata alle 11:30 di oggi.
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