Questa volta, però Pedro Almodòvar ha voluto restare fedele al testo di Cocteau, limitandosi a fare un mediometraggio della durata di 50′ e chiamando a interpretarlo Tilda Swinton, dunque affrontando per la prima volta la sfida di girare un film in inglese: “Era un esperimento che volevo fare, mi sono sentito libero”. La solitudine e la reclusione sono due elementi che fanno pensare al lockdown: “Ci ha fatto capire tante cose, per esempio che la gente dipende dalla finzione, dalle narrazioni: uno dei modi di riempire il tempo è stato guardare film, serie, ovvero nutrirci di qualcosa che ha a che fare con la cultura, qualcosa che è stato scritto, creato da artisti. Questo è un aspetto positivo, ma come regista penso anche che sia molto importante andare oltre e non credere che la strada del futuro sia quella di stare a casa per lavorare o anche per divertirci. Non possiamo fare tutto in modo sedentario: se non si è obbligati a stare in casa, bisogna uscire, ritrovare il piacere di alzarsi, vestirsi e andare fuori di casa, stare in mezzo alle altre persone sia lavorare che per rilassarsi”.
(ITALPRESS).