Veronica Galletta, intervista alla finalista del Premio Strega 2022 - QdS

Una vita tra ingegneria e scrittura: la siciliana Veronica Galletta finalista del Premio Strega 2022

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Una vita tra ingegneria e scrittura: la siciliana Veronica Galletta finalista del Premio Strega 2022

Sandy Sciuto  |
mercoledì 06 Luglio 2022

La siciliana Veronica Galletta, con “Nina sull’argine”, edito da Minimum Fax, è tra i 7 scrittori finalisti della LXXVI edizione del Premio Strega.

Nata e cresciuta a Siracusa, Veronica Galletta – tra i 7 scrittori finalisti del Premio Strega 2022 con “Nina sull’argine” – ha trascorso parte dell’infanzia a Ozieri, in Sardegna, e oggi vive a Livorno.

È ingegnere civile idraulico, oltre a essere una scrittrice con all’attivo importanti riconoscimenti.

Veronica Galletta, scrittrice tra i finalisti del Premio Strega 2022

Nel 2013 il monologo “Sutta al giardino” le è valso il premio per monologhi teatrali “Per Voce Sola” del Teatro della Tosse di Genova. Nel 2017, invece, il romanzo inedito “Pelleossa” è arrivato tra i finalisti della III edizione del premio Neri Pozza. Nel 2020, con il romanzo “Le isole di Norman”, già finalista alla XXVIII del Premio Calvino, ha vinto il Premio Campiello Opera Prima.

“L’idraulica fluviale resta il mio grande amore, e a lei ho dedicato il mio secondo romanzo, ‘Nina sull’argine’, uscito nell’ottobre del 2021 per i Minimum Fax”, scrive Veronica Galletta nella biografia del suo sito internet.

“Nina sull’argine” e l’amore di Veronica Galletta per l’ingegneria

In “Nina sull’argine”, Caterina, la protagonista, è al suo primo incarico importante: ingegnere responsabile dei lavori per la costruzione dell’argine di Spina, piccolo insediamento dell’alta pianura padana. Giovane, in un ambiente di soli uomini, si confronta con difficoltà di ogni sorta: ostacoli tecnici, proteste degli ambientalisti, responsabilità per la sicurezza degli operai.

Giorno dopo giorno, tutto diventa cantiere: la sua vita sentimentale, il rapporto con la Sicilia terra d’origine, il suo ruolo all’interno dell’ufficio. È tentata di abbandonare, dorme poco e male. Ma, piano piano, l’anonima umanità che la circonda – geometri, assessori, gruisti, vedove di operai – acquista un volto. Così l’argine viene realizzato, in un movimento continuo di stagioni e paesaggi, fino al giorno del collaudo, quando Caterina, dopo una notte in cui fa i conti con tutti i suoi fantasmi, si congeda da quel mondo.

La finale del Premio Strega 2022

In attesa del 7 luglio, giorno in cui al Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia si conoscerà il vincitore della LXXVI edizione del Premio Strega, abbiamo intervistato Veronica Galletta che ci ha raccontato la sua Caterina.

Caterina e il racconto in “Nina sull’argine”

Veronica, è nella ‘settina’ del Premio Strega con il libro “Nina sull’argine”. Cosa l’ha spinta a scriverlo?

“Volevo raccontare del lavoro, di come anche nei lavori che sembrano più tecnici, come i lavori di ingegneria – in questo caso la costruzione di un’opera idraulica-, il nodo cruciale intorno a cui tutto ruota sono le relazioni umane“.

Si è rapportata con gli altri scrittori finalisti del Premio Strega 2022? Ha letto gli altri libri in concorso? Quali suggestioni e impressioni ha?

“Ho avuto modo, in questo periodo di presentazioni comuni in giro per l’Italia e all’estero, di parlare molto con i miei colleghi di settina, e di apprezzarne la complessità di pensiero e di argomentazioni, gli studi dietro ai diversi testi, i riferimenti letterari. L’impressione maggiore che ne ho tratto è di grande onestà letteraria, di quel tipo che sulla pagina traspare”.

Caterina è la protagonista del libro: è il Direttore dei lavori per costruire l’argine e deve scontrarsi giornalmente con le difficoltà del cantiere e con le frecciatine sul suo essere donna. Secondo lei cosa è utile fare ancora per far sì che una donna venga presa sul serio quando ricopre ruoli direttivi?

“Nulla di particolare, credo, solamente esserci. È solo il tempo, e la presenza nel tempo, spero sempre maggiore, che può fare la differenza”.

Un mondo legato ai cantieri e l’aspetto biografico per Veronica Galletta

Al centro del libro c’è il mondo del lavoro legato ai cantieri. Si fa luce su tanti aspetti inclusi rischi e incomprensioni. È stato un modo per porre l’attenzione su un lavoro di cui spesso importa solo l’inizio e si dimentica il resto?

“Ho raccontato questa storia in maniera pura, senza volere per forza concentrarmi su questo o quel tema, o cercando di mettere in rilievo questo o quell’aspetto. Ero concentrata sullo scrivere una buona storia con dei buoni personaggi. Con una buona storia e dei buoni personaggi i temi sarebbero poi emersi da sé, in maniera naturale”.

Spazio viene dato anche alla natura. L’argine serve a contenere un fiume, ma spesso nel libro ripete che l’acqua riempie e si espande. È un modo velato per criticare alcune scelte di costruzione prese negli anni, a discapito della Natura poi rivelatasi matrigna?

“Viviamo in ecosistemi dei quali facciamo parte integrante, e che dobbiamo studiare a fondo prima di decidere che scelte fare, la consapevolezza è l’unico modo che abbiamo per affrontare anche scelte impopolari. Questo è quello che accade a Caterina, durante il corso del romanzo”.

“Mentre Caterina è alla direzione dei lavori per costruire l’argine, nella sua vita sembra proprio che sia tutto crollato. Possiamo considerare l’argine come una metafora della resistenza per il raggiungimento di un equilibrio personale nella vita?”

L’argine è forse l’ultima ratio, la scelta estrema, sia nell’ingegneria idraulica che nel suo farsi metafora. Nina, che di Caterina rappresenta la parte più interiore, la immagino infatti a cavallo, sull’argine, a partire dal titolo del romanzo”.

La Caterina di “Nina sull’argine” di Veronica Galletta

Cosa manca a Caterina per essere una donna in carriera che non si trascina, ma soddisfatta e più coraggiosa?

“Cosa ha in più Caterina rispetto a una donna in carriera, soddisfatta e più coraggiosa? Questa è la domanda che io mi sono posta alla fine della scrittura. Ha in più la capacità di soffermarsi e osservare, che è al centro del suo rapporto con l’uomo dello scavo: si incontrano perché Caterina è divergente, nel pensiero e nelle azioni”.

Caterina ha origini siciliane, ma vive le sue radici meridionali in modo conflittuale soprattutto in relazione a come ne parlano gli altri. È come se essere siciliana per Caterina sia uno stigma e non un vanto. Anche lei è siciliana: quanto dà e quanto toglie provenire dal meridione d’Italia?

Non è uno stigma, non è un vanto. È, semplicemente, una faccenda complessa. Lo è per Caterina, lo è per me. Quanto toglie e quanto aggiunge non so dirlo con esattezza, essere siciliana d’origine è l’unica esperienza che ho fatto: non riesco a fare paragoni con situazioni che non ho esperito”.

I futuri programmi della scrittrice

Il 7 luglio scopriremo il vincitore del Premio Strega 2022, ma nel frattempo cosa c’è in programma nell’agenda di Veronica Galletta?

“Proseguire a seguire Nina, fino a quando avrà voglia di girare. E continuare a scrivere, naturalmente”.

Sandy Sciuto

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