PALERMO – Scelte condivise con i colleghi e dunque, se mai qualcosa di poco chiaro è avvenuto, le responsabilità andrebbero ricercate anche negli altri onorevoli che hanno preso parte alle fasi decisionali. Sembra propendere verso questa direzione la difesa di Gaetano Galvagno, accusato dalla procura di Palermo di avere indirizzato fondi dell’Ars verso iniziative da cui avrebbero tratto benefici persone a lui vicine: dalla portavoce Sabrina De Capitani al collaboratore Salvatore Pintaudi, dall’organizzatrice di eventi Marianna Amato a Marcella Cannariato, che tramite la Fondazione Dragotto avrebbe avuto un filo diretto con Palazzo Normanni e la Regione, ottenendo contributi in cambio della disponibilità di affidare incarichi. È quanto emerge – come verificato dal Quotidiano di Sicilia – da una delle memorie depositate dall’avvocata Antonia Lo Presti, che insieme al collega Antonino Reina assiste il presidente dell’Assemblea regionale siciliana.
L’obiettivo di Galvagno – accusato anche di peculato, per avere usato per finalità non istituzionali e fatto utilizzare a terzi le auto blu…

