Via D'Amelio, Salvatore Borsellino chiede l'agenda rossa - QdS

Via D’Amelio, Salvatore Borsellino chiede l’agenda rossa

Via D’Amelio, Salvatore Borsellino chiede l’agenda rossa

martedì 16 Luglio 2019

Al presidente dell'Antimafia Morra per restituirla alla "Memoria collettiva". E nel 27esimo anniversario della strage di via D'Amelio, il "testimone" passa dai fratelli ai nipoti del magistrato ucciso dalla mafia

“E’ necessario che quella Agenda Rossa che è stata sottratta da mani di funzionari di uno stato deviato e che giace negli archivi grondanti sangue di qualche inaccessibile palazzo di Stato e non certo nel covo di criminali mafiosi venga restituita alla Memoria collettiva, alla Verità e la Giustizia”.

E’ un passo della lettera inviata da Salvatore Borsellino, fratello del procuratore aggiunto Paolo ucciso nella strage di via D’Amelio il 19 luglio ’92, al presidente della commissione Antimafia Nicola Morra dopo che palazzo San Macuto a ha deciso di declassificare tutti gli atti secretati dalle inchieste parlamentari dal 1962 al 2001. Oggi saranno pubblicate le audizioni di Paolo Borsellino davanti alla commissione.

Il fratello del magistrato, che era stato invitato a Roma per l’evento oggi alle 14 a cui però non parteciperà, ha reso nota la lettera durante la conferenza stampa per rendere noto il programma delle iniziative nel 27/mo anniversario della strage di Via D’Amelio, il 19 luglio 1992, quando con Borsellino vennero uccisi anche cinque agenti della polizia di Stato.

“Ora, a ventisette anni di distanza – scrive Borsellino – io non posso accettare che i pezzi di mio fratello, le parole che ha lasciate, i segreti di Stato che ancora pesano su quella strage vengano restituiti a me, ai suoi figli, all’Italia intera, ad uno ad uno. E’ necessario che ci venga restituito tutto, che vengano tolti i sigilli a tutti i vergognosi segreti di Stato ancora esistenti e non solo sulla strage di Via D’Amelio ma su tutte le stragi di stato che hanno marchiato a sangue il nostro paese”.

Borsellino aggiunge: “Ho riflettuto a lungo prima di decidere se accettare l’invito a presenziare alla cerimonia nella quale verranno desecretate le audizioni riguardanti Paolo Borsellino presso la Commissione Parlamentare Antimafia. Ho riflettuto a lungo e ho poi deciso di non sottrarre nemmeno un’ora a mia figlia che pur in attesa del suo primo figlio ha deciso di affrontare la fatica del volo per essere in questi giorni a Palermo, insieme a me, a lottare per la memoria di suo zio, Paolo Borsellino e dei cinque ragazzi uccisi insieme a lui, Claudio, Agostino, Emanuela, Vincenzo ed Eddie Walter che ancora, a ventisette anni di distanza, aspettano Giustizia e Verità sulla strage di Via D’Amelio nella quale è stata spezzata la loro vita”.

“Decine se non centinaia di persone – conclude – nei meandri e nelle segrete di questo Stato, ne sono certo, conoscono dove viene occultata questa Agenda, dove vengono occultate le ultime indagini, le ultime parole, gli ultimi pensieri di Paolo Borsellino. Soltanto quando un rappresentante di questo Stato che ha lasciato crescere nel suo ventre un mostro capace di intavolare con l’antistato, con gli assassini di Giovanni Falcone, una scellerata trattativa e sull’altare di questa trattativa ha sacrificato la vita di Paolo Borsellino, si presenterà in ginocchio in Via D’Amelio a portare non ipocrite corone di alloro, simboli di morte, ma quell’Agenda Rossa, allora e soltanto allora potrò avere pace”.

Intanto la commemorazione della strage di via D’Amelio, a 27 anni dal 19 luglio ’92, ha segnato il passaggio del testimone per chiedere verità e giustizia dai fratelli del giudice Paolo Borsellino, Rita e Salvatore ai nipoti.

Sono loro, Chiara e Valentina Corrao e Nicola e Adele Di Cola che hanno preso parte all’organizzazione delle manifestazioni, per non dimenticare la morte del magistrato, presentate nella “Casa di Paolo” in via della Vetriera a Palermo.

“Quando parlo con i miei coetanei – dice Chiara nel corso della presentazione della manifestazioni per il 27esimo anniversario – ho la consapevolezza che non tutti conoscono quanto successo nel 1992 a Palermo. Per questo noi nipoti abbiamo deciso di intraprendere un percorso per proseguire quanto hanno fatto mia zia Rita e mio zio Salvatore Borsellino. E’ un impegno che vogliamo proseguire nel loro nome per proseguire la lotta per arrivare alla verità sulle stragi”.

Quest’anno l’associazione Agende Rosse e il centro studi Paolo Borsellino hanno organizzato una serie di incontri che li vede fianco a fianco.

“Per me è l’anniversario più difficile – dice Salvatore Borsellino che non è andato a Roma a un’iniziativa dell’Antimafia che desecreta gli archivi ma è rimasto a Palermo insieme alla figlia in attesa del primogenito – Non ci sarà Rita al fianco e sarà certamente più dura”.

Alla presentazione oltre all’assessore comunale Adham Darawsha anche il presidente del centro Paolo Borsellino, Vittorio Teresi.

“Bisogna ribadire che anche il 19 luglio si dice basta alle passerelle – afferma Teresi – Chi viene qui deve venire a raccontare la verità”.

Le manifestazioni iniziano il 17 alla casa di Paolo in via delle Vetriera, poi alle 20 alla Biblioteca Comunale a Casa Professa. Il 18 le manifestazioni si sposteranno in via D’Amelio sotto l’albero della pace con un incontro su storie di resistenza civile al femminile.

Poi “l’acchianata” a Monte Pellegrino e una veglia con una messa a cura dell’Agesci. Il 19 sono previsti numerosi momenti in via D’Amelio luogo della strage.

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