Infrastrutture

Viadotto Ritiro e svincolo Giostra, l’odissea delle incompiute messinesi. Ma adesso la svolta è vicina

Messina, ventisei anni. Tanti ne sono trascorsi dall’inizio dei lavori per la realizzazione degli svincoli autostradali di Giostra – Annunziata, l’ultima uscita cittadina possibile in tangenziale per chi imbocca la A20 in direzione Palermo. Nelle intenzioni della politica, un’opera che in appena tre anni avrebbe permesso di decongestionare il traffico e reso più agevoli gli spostamenti per tutti gli abitanti della zona nord. Di fatto, al momento l’ennesima incompiuta, tra l’altro propedeutica alla costruzione del Ponte sullo Stretto.

Il progetto

Il progetto prevedeva, oltre alla realizzazione delle rampe dello svincolo che avrebbero condotto al viale Giostra, anche quella dei viadotti “O” e “P” che avrebbero consentito un collegamento diretto con la galleria San Jachiddu e, di conseguenza, il viale Annunziata. Proprio questi ultimi, dalla loro ultimazione non sono mai stati utilizzati perché dichiarati pericolosi e inagibili. Ma facciamo un passo indietro per provare a comprendere meglio la vicenda che si interseca anche con quella del viadotto Ritiro.

Gli aggiornamenti normativi

Molteplici sono stati negli anni gli stop-and-go per la realizzazione delle rampe tra lavori a singhiozzo, imprese aggiudicatarie che hanno dichiarato fallimento e imprese rinunciatarie in seguito ad assegnazione. Ma non è finita qui. Dal 1997 a oggi, infatti, le normative per la realizzazione dell’opera che all’apparenza non presentava particolari impedimenti tecnici, hanno subìto ben quattro aggiornamenti normativi. Queste mini rivoluzioni burocratiche hanno inficiato anche lo stato di avanzamento dei lavori fino a quel momento eseguiti.

Il più incredibile di questi arriva nel 2010, con la gestione in mano all’Anas (oggi il viadotto è di pertinenza del Cas, ndr) che decide di aggiornare il vecchio progetto: il cemento armato non va più bene, è necessario prevedere un sistema misto calcestruzzo-cemento. L’anno successivo la Ricciardello costruzioni, ditta aggiudicataria dell’appalto, si ritrova in mano ventisette pilastri da completare, quaranta fondazioni mai terminate e cinquantadue da costruire ex novo. I tempi si allungano e le spese si gonfiano.

I costi e la “profezia” UniMe

Secondo le stime del 1997, sarebbero dovuti bastare circa 40 milioni di euro per realizzare l’opera; tredici anni dopo la somma è addirittura già triplicata. A peggiorare la situazione, già di per sé critica, le relazioni dell’Università di Messina e i pareri vincolanti del Genio Civile nel frattempo giunti sul viadotto Ritiro, quello per intenderci dal quale si diramano le rampe dello svincolo di Giostra – Annunziata. Secondo la relazione di UniMe, il calcestruzzo del viadotto inaugurato nel 1969 è di scarsa qualità e potrebbe provocare il distacco di grossi calcinacci. Da qui, l’esigenza della messa in sicurezza per automobilisti ma soprattutto per i messinesi che vivono e transitano ogni giorno tra via Palermo e viale Giostra.

Arriviamo al novembre 2013 con il viadotto Ritiro che perde calcinacci, come da “profezia” UniMe. Cas e Comitato interministeriale per la programmazione economica (CIPE) tirano fuori dal cilindro in meno di un mese oltre 60 milioni di euro equamente suddivisi. La Toto Costruzioni Generali Spa di Chieti si aggiudica il lotto con un ribasso del 24,99%, presentando l’offerta di messa in sicurezza per la somma di 43,5 milioni. Dalla consegna dei cantieri, nel 2015, l’opera sarebbe dovuta essere stata realizzata in 2 anni e 4 mesi. Dalla prima data di consegna lavori sono però trascorsi sei anni e, a oggi, non solo non sono ancora stati consegnati (“avanzamento del 96%”, dichiara la Toto) ma risultano addirittura interrotti da inizio ottobre.

Lo stop ai lavori e una nuova riunione a novembre 2023

Anche a causa di problemi economici connessi con i cantieri della A24 Roma-Teramo e A25 Torano-Pescara, la Toto Costruzioni ha infatti stoppato i pagamenti degli operai impegnati nella messa in sicurezza del viadotto Ritiro, come sottolineato da Ivan Tripodi, segretario della UIL Messina. “Sono tre gli stipendi attualmente avanzati dagli oltre 30 operai impegnati nell’opera. Uno di questi dovrebbe arrivare a giorni, ma sono diversi i lavoratori che nel frattempo hanno scelto di ricollocarsi altrove: si rischia quindi una incompiuta come il sindacato aveva già anticipato nel novembre 2022”, conferma Tripodi.

Tra tempi tecnici per indire un nuovo appalto, ricorsi, aggiudicazioni definitive, nuovo inizio lavori e certo aumento dei costi da parte di nuove aziende, stralciare il contratto in essere tra le parti non conviene a nessuno. Proprio a inizio novembre 2023 si è per questo tenuta nella sede del Cas una nuova riunione con la Toto Costruzioni alle quale stavolta non è stato invitato il Comune di Messina, principale soggetto interessato dall’esecuzione stessa dei lavori, e non senza la sorpresa del vicesindaco Mondello.

Dalla riunione è emersa una richiesta ufficiale da parte dell’azienda abruzzese, “al momento ancora in fase di valutazione da parte del Consorzio”, comunicano dal Cas, e che possiamo annunciare in esclusiva sul Quotidiano di Sicilia: “La data di fine lavori proposta è quella del 28 febbraio 2024. Dal Cas filtra cauto ottimismo e per noi è un segnale importante”, dichiara la Toto, che interviene per la prima volta sulla questione dopo un iniziale “no comment”. Sempre in Sicilia situazione incandescente per l’azienda abruzzese in quel di Cefalù, dove risulta al momento bloccato il cantiere per il raddoppio ferroviario sulla tratta Messina – Palermo e nel quale alcuni stipendi dei lavoratori impegnati sono stati anticipati da RFI.

La vicenda dei viadotti “O” e “P”

Ma torniamo a Messina. Tutto bene quel che sta per finire bene, direte. Peccato le cose non siano proprio così. Se la situazione del viadotto Ritiro resta sub iudice del Cas, molto più complessa è la vicenda degli svincoli Giostra – Annunziata. Tre le principali inaugurazioni (2013, 2017 e 2019), ma mancano ancora all’appello i viadotti “O” e “P” per un collegamento diretto con la galleria San Jachiddu, già ridotta a un colabrodo e che nel frattempo il Comune è costretto a chiudere spesso e volentieri per opere di manutenzione straordinaria.

L’ultima relazione in ordine temporale commissionata nel 2020 da palazzo Zanca alla FIP MEC, impresa esterna specializzata per valutare la possibilità di aprire i due viadotti, ha dato esito negativo. Il rilevamento dell’ispezione si può sintetizzare così: i viadotti sono inutilizzabili a causa di problemi strutturali. “Alcune anomalie individuate compromettono il corretto funzionamento dell’impalcato, specialmente sotto azioni sismiche”, conferma il vicesindaco di Messina, Salvatore Mondello.

“Non entro nel merito del viadotto Ritiro perché di pertinenza del Cas, ma da cittadino e considerando lo storico dei lavori, non sono affatto sorpreso dell’ulteriore slittamento nella consegna. E capisco il malumore e i disagi dei messinesi – spiega il numero due di palazzo Zanca che interviene anche sulla questione rampe – Nel 2021 eravamo pronti all’apertura di tutti i viadotti dello svincolo dopo le verifiche del RUP del 2009, ma la relazione da noi chiesta ha evidenziato importanti problemi strutturali e bloccato tutto”.

I viadotti incriminati sono stati progettati nel 1998 e la direzione lavori affidata a Beppe Rodriquez, lo stesso progettista dello svincolo di Giostra. Le verifiche alle quali fa riferimento Mondello sono quelle eseguite nel 2009 dall’ingegnere Ferdinando Corriere, che ha dato l’ok per il collaudo statico, ma su una struttura che secondo le successive relazioni giunte presenta oggi importanti criticità. Secondo il vicesindaco, “questo dipende dai continui aggiornamenti che hanno portato a quattro nuovi codici degli appalti e altrettanti aggiornamenti normativi sulle costruzioni e sugli impianti”.

Viadotto Ritiro e svincolo Giostra: la situazione oggi

Arriviamo a oggi. Lo scorso 31 ottobre il Comune di Messina, per tutelarsi, ha nominato come responsabile unico dei lavori Silvana Mondello, che dovrà adesso comprendere a chi appartengono le responsabilità di tutti i ritardi e come procedere per rendere agibili i due viadotti. “Se sarà necessario, siamo pronti ad agire legalmente per tutelare gli interessi dei messinesi, abbiamo dato mandato al dirigente del dipartimento per le opportune verifiche in merito alla procedibilità e alla presentazione di un esposto in procura”, ha aggiunto il vicesindaco Mondello.

Nel frattempo, proprio il Comune di Messina ha palesato al ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini l’esigenza di intervenire economicamente per il completamento dell’opera, come spiega ancora Mondello: “Abbiamo chiesto fondi a Roma e a breve dovrebbero essere autorizzati. Una volta che l’appalto sarà aggiudicato, in un paio di mesi tutto dovrebbe essere terminato. Non è una data che dipende da noi, ma credo che entro la fine del 2024 i viadotti potranno essere fruibili”.