Vivere gioioso

Viaggio nella mente umana, riappropriarsi della vita che accade

di Tina Mundelsee

Dopo aver parlato della “ruota del criceto” che attanaglia l’uomo, ho spiegato la dimensione spirituale e infinitamente creatrice dell’essere umano. Oggi parlo invece dell’importanza di imparare a utilizzare la mente per modificare la propria realtà. Perché se la nostra vera natura è equilibrio, possiamo riappropriarcene. Per farlo basta poco, ma le conseguenze positive potrebbero essere infinite.

Il nostro dilemma inizia quando dimentichiamo chi siamo e ci identifichiamo con i nostri strumenti, quando passiamo le redini della nostra vita alla nostra mente, credendo a tutto ciò che ci comunica. Ci sentiamo vittime impotenti della vita e degli altri. Ma noi siamo i maestri e i responsabili della nostra mente, dei suoi pensieri. Possiamo decidere a quale pensiero rivolgere la nostra attenzione, quale motivazione dare ai nostri comportamenti e come determinare la qualità della nostra vita.

La mente come strumento a disposizione dell’uomo

La mente è lo strumento per memorizzare (per vivere nel passato) e per immaginare (preoccuparti per il futuro). Parte di essa è costituita dall’intelletto, utile a prendere decisioni, differenziare e produrre pensieri, attingendo alla memoria. Le accumulazioni avvengono proprio nell’intelletto (conoscenza accumulata) e non rappresentano l’intelligenza.

L’intelligenza e la memoria si trovano in tutte le parti del corpo, in ogni cellula. L’intelligenza è la forza che muove tutte le funzioni corporee, ma anche il mondo esterno. La memoria è presente in ogni cellula per ricordarci come agire. Nel nostro mondo moderno, gli esseri umani non sono più addestrati a usare la loro intelligenza, ma si limitano a utilizzare la conoscenza accumulata. Siamo intelligenti, ma non sappiamo come rendere gioiosa l’esistenza. Non sappiamo come condurre i nostri strumenti, la nostra mente, le nostre energie, le nostre emozioni o il nostro corpo. Ecco il motivo della nostra continua insoddisfazione.

L’ego come radice del dramma esistenziale

L’ego è la radice del dramma esistenziale umano. L’ego è un’identità creata, basata sull’educazione ricevuta. Quando nasciamo trascorriamo i nostri primi due o tre anni felicemente. Sorridiamo fino a 400 volte al giorno, mentre da adulti meno di 20. Il nostro cervello assorbe come una spugna tutto ciò che percepiamo attraverso i cinque sensi, e li memorizziamo lentamente formando la nostra identità. Ci identifichiamo con un nome, una nazionalità, una religione, un modo di pensare acquisito in società. Creiamo la nostra rappresentazione del bene e del male.

Formiamo la nostra idea del prosperare della vita, del modo in cui dovrebbero trattarci gli altri, accumulando credenze che determinano il nostro modo di agire e di sentire le emozioni. È in questo modo che si mette all’angolo il potere della felicità, iniziando a dipendere sempre dalle circostanze. Ci confrontiamo agli altri, ci giudichiamo, non godiamo del presente. Viviamo con la paura di morire o di non riuscire a raggiungere un obiettivo che ci siamo imposto. Ma quando ci ricordiamo che siamo anima, possiamo tornare a essere tutto ciò che cerchiamo: beatitudine ed equilibrio.

La vita che accade non è un ostacolo alla felicità

La vita accade e basta, senza preoccuparsi delle nostre preferenze o avversioni. E allora ci facciamo pena da soli, credendoci vittime del mondo. Questa costante resistenza su ciò che accade crea uno squilibrio nel proprio corpo energetico e, di conseguenza, uno squilibrio mentale che si manifesta con pensieri ed emozioni negative come ansia, paura, depressione o risentimento, per passare al disagio fisico. Possiamo però riappropriarci in qualsiasi momento di ciò che abbiamo perso, aprire i nostri occhi e i nostri sensi a l’intelligenza che ci circonda. Per capire cos’è la vita, per riconnetterci con noi stessi e con gli altri.

Non ci resta che smetterla di chiederci sempre “perché?”, riaccendendo la nostra fiducia in noi e nell’universo. Finché continuiamo a chiederci il motivo per cui le cose accadono, crediamo che qualcosa sia andato storto o che qualcuno ci abbia appena trattato ingiustamente. Ma cosa succede se niente va mai storto? E se l’universo sapesse esattamente cosa sta facendo? Siamo qui per capire come vivere la vita con gioia assieme al resto del pianeta. Tutti gli esseri viventi desiderano amare ed essere amati, in libertà e pace.

Un esercizio quotidiano

Ogni giorno possiamo allenarci al miglioramento, in ogni istante della nostra esistenza possiamo lasciare andare tutto ciò che abbiamo percepito come negativo e riappropriarci della pace. Anche con un breve – ma utilissimo – esercizio. Dovremmo fermarci ogni giorno per 5 minuti. Sederci e usare tutti i nostri cinque sensi per assorbire totalmente la vita. Per sentirci vivi, sentire come ogni respiro concede un altro secondo di esperienza umana, essere testimoni silenziosi del mondo esterno e interno, ascoltando e basta. Senza giudicare, senza interagire con i nostri pensieri, senza fare nulla, da soli. Rimanendo semplicemente in soggezione con la magia di ciò che chiamiamo “vita”. E ripeterci che siamo amati, che siamo abbastanza, che tutto va bene così com’è, che dobbiamo aver fede. Facendo del nostro meglio e lasciando che l’universo si occupi del resto.

Siamo tutti piccole gocce che cercano di ritrovare la strada per tornare a casa. Nessuno può percorrere questa strada da solo, abbiamo bisogno l’uno dell’altro. Vivi la tua vita con gioia!

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