Mentre la città annega tra i rifiuti l'assessore comunale Fabio Cantarella rivela, “Ricevute 151 segnalazioni ed elevate oltre mille sanzioni. Ma bonifichiamo le aree per poi vederle nuovamente sporcate poco dopo”. A breve riproposta la gara d'appalto andata deserta
CATANIA – Nella città etnea la questione rifiuti torna a far discutere. Tra gare d’appalto deserte e una differenziata che stenta, a Catania spazzatura di ogni genere si trova abbandonata in tutti i quartieri. Sembra ieri quando il sindaco Salvo Pogliese si dichiarava ottimista per un cambiamento radicale in città, attaccando, senza mezzi termini, la precedente amministrazione. Ma dopo aver tanto creduto nell’attuazione di un nuovo Piano di intervento, il primo cittadino e la sua giunta hanno dovuto fare i conti con la dura realtà e con un appalto settennale che continua ad andare deserto. Questo nonostante la divisione del territorio in quattro lotti, nel rispetto delle direttive dell’Anac.
La querelle tra i sindacati – che denunciano l’inadeguatezza delle risorse messe a disposizione dal Comune per il numero del personale necessario (775 addetti) e per le mansioni da svolgere – e l’amministrazione non sembra trovare una soluzione. L’assessore all’Ecologia, il leghista Fabio Cantarella, annuncia che la gara verrà a breve riproposta. Intanto il mandato viene prorogato ad libitum alla Dusty e le strade si riempiono di rifiuti, nell’indignazione generale di cittadini e turisti che dipingono Catania come una grande discarica a cielo aperto.
Le segnalazioni dei quartieri
Le segnalazioni, inoltrate dai cittadini e dai presidenti delle circoscrizioni, sembrano non finire mai. Nel quartiere di Cibali, per esempio, via Rasà e via Ammiraglio Toscano vedono ogni giorno persino l’abbandono di rifiuti ingombranti e particolarmente inquinanti: mobili, lavatrici, frigoriferi, parti di cucine, materassi, pezzi di carrozzeria di automobili. Il tutto a 20 metri da un b&b che ospita turisti provenienti da tutto il mondo, a 80 metri da una scuola media, a 150 metri dal comando dei vigili urbani, a 150 metri dal Teatro Stabile.
Lo stesso avviene nella circoscrizione Borgo-Sanzio, dove il presidente Paolo Ferrara denuncia un deposito di rifiuti in via dei Salesiani, la stessa che collega l’ex centro commerciale Vulcania (per il quale è da poco stato annunciato un progetto di rilancio) e la circonvallazione di via Giuffrida Castorina.
Una situazione ancora più grave si registra nei quartieri periferici. A Librino, il consigliere Angelo Scuderi dichiara di essere “amareggiato per la tristissima realtà di viale San Teodoro, dove i residenti chiedono a gran voce un impianto di videosorveglianza per scoraggiare i disonesti che depositano i rifiuti proprio a ridosso delle abitazioni”. E, ancora, il presidente della circoscrizione Nesima-Monte Po’ mostra immagini raccapriccianti di via Damiano Chiesa e di via Fontana.
A San Giovanni Galermo, invece, le discariche segnalate dal consigliere di circoscrizione Cibali-Trappeto Nord-San Giovanni Galermo, Giuseppe Zingale, sono da poco state bonificate. Ma sono tantissime quelle che ancora occupano le strade della zona che ha definito “terra di nessuno”. Parliamo di viale Adriatico, via Don Giovanni Minzoni, via Giuseppe Marcellino, via Vigne Nuove. E in via della Sfinge, in via del Fasano e in via Allegria all’altezza del civico 8 i cassonetti sono attorniati da rifiuti di ogni genere, davanti l’obiettivo delle telecamere disattivate.
Fabio Cantarella, il punto della situazione
Il quadro è molto più complesso di ciò che appare. Sono quattro gli elementi che influiscono in maniera assolutamente negativa sulla questione: l’aspetto amministrativo e le gare continuamente deserte per il nuovo appalto; le modalità di raccolta e il numero ridotto dei centri adibiti a quest’ultima; la poca sensibilità dell’utenza sulle tematiche ambientali e la mancata pubblicità degli sgravi fiscali di cui i cittadini possono usufruire nel caso in cui decidessero di conferire il materiale differenziato; l’assenza di controllo.
Ecco chi sporca, l’interpretazione dei dati
Secondo l’assessore, si può quasi tracciare un identikit di coloro che sporcano. “Abbiamo ricevuto ben 151 segnalazioni. Continuamente bonifichiamo le aree, per poi vederle nuovamente al punto di partenza poco dopo. A sporcare sono soprattutto i non residenti a Catania e coloro che, con mezzi di fortuna, liberano case vecchie e garage. Questi ultimi, poi, possiedono spesso veicoli non assicurati e non pagano il bollo dell’auto, motivo per il quale oltre alla sanzione subiscono il sequestro del veicolo. Nel 2019 abbiamo elevato 1.100 sanzioni, metà delle quali nei confronti di soggetti non residenti. Si tratta il più delle volte di abitanti di S.Pietro Clarenza, Misterbianco, Gravina, Acicastello. Non è un caso che la produzione dei rifiuti registrata sia stata di 430 kg pro capite per i residenti dei comuni limitrofi e di 733 kg pro capite per i catanesi. Questo dimostra come una buona parte dell’immondizia depositata nel comune etneo appartenga, di fatto, ad altri comuni”, ha dichiarato.
Un sistema di raccolta poco efficiente
A inficiare negativamente sulla raccolta dei rifiuti, sarebbero le sue stesse modalità. “La maggior parte delle zone della città vedono ancora i cassonetti su strada. Con la raccolta ‘porta a porta’ il fenomeno potrebbe quantomeno essere arginato. La gara-ponte di cui abbiamo usufruito consente solo a 40 mila abitanti su 315 mila questo privilegio”.
E anche il numero dei centri di raccolta sarebbe insufficiente. “Sono solo due i centri funzionanti, uno a San Giovanni Galermo e un altro a Picanello. Adesso un nuovo Bando regionale ci consentirà di aprirne altri quattro, per assicurarne uno a ogni quartiere. Rimane, poi, da aprire il centro di recupero di via Generale D’Amelio. Il sito non è mai stato attivato dalla scorsa amministrazione, consentendo ai vandali di disporne a piacimento. Dopo averlo bonificato, abbiamo stabilito un programma di 70 mila euro per renderlo operativo”, ha continuato.
Un territorio difficile
Se la pubblicità degli sgravi fiscali di cui possono beneficiare i cittadini con il conferimento dei rifiuti differenziati nei centri autorizzati potrebbe fungere da incentivo per la buona condotta, la vigilanza risulta indispensabile per sanzionare chi non intenda rispettare le norme, a prescindere dal luogo da cui provenga. Anche su questo particolare e fondamentale aspetto la strada sembra in salita. “La videosorveglianza è un semplice deterrente che non risolve il problema. Utilizzata già nei quartieri di Picanello e San Giovanni Galermo, viene facilmente manomessa dai malfattori. Gli stessi, poi, cambiano semplicemente luogo in cui abbandonare i rifiuti ma non cambiano la loro condotta. Senza considerare il gravoso costo dell’acquisto degli impianti, della loro manutenzione e del personale specializzato di cui costantemente necessita”, ha ammesso l’assessore.
Volendo far affidamento sul capitale umano, bisognerebbe quasi arrendersi: “Le guardie ambientali per legge non possono elevare sanzioni; quelle impiegate sono state minacciate e insultate. Il personale della polizia municipale è insufficiente. Su circa 300 uomini, circa 100 soffrono di patologie che impediscono loro di lavorare su strada. Se si considerano i turni, le malattie, le ferie e i mille imprevisti (come gli incidenti stradali) di cui devono occuparsi coloro che sono in servizio, ci si rende conto di come sia impossibile controllare senza interruzioni tutti i quartieri”, ha concluso.