Scene da far west nella Piana di Gela. In un video diffuso dalle Guardie venatorie del WWF si vedono cacciatori armati aggirarsi tra case, campi e perfino binari ferroviari in giornate di divieto assoluto di caccia. L’associazione ambientalista parla di “bracconaggio fuori controllo” in un’area riconosciuta a livello internazionale per la tutela dell’avifauna migratoria.
Le immagini, registrate lo scorso 21 settembre e pubblicate su YouTube, mostrano due episodi distinti. A Manfria, borgo marinaro di Gela, tre cacciatori si muovono armati all’alba tra le abitazioni. Alla vista delle Guardie WWF scatta la fuga, mentre altre auto nascoste nei campi si dileguano rapidamente. A Desusino, nel comune di Butera, una dozzina di uomini con cani da caccia è ripresa mentre spara a conigli sui binari della linea ferrata che costeggia la statale 115. Anche in questo caso, all’intervento delle Guardie segue una fuga rocambolesca. Secondo il WWF, i bracconieri si organizzano con “vedette” e chat su WhatsApp per segnalare in tempo reale la presenza dei controllori.
Una zona ad alta tutela ambientale
La Piana di Gela, vasta area di oltre 36 mila ettari nel sud della Sicilia, ospita alcune tra le zone più tutelate dell’isola: la Riserva naturale del Biviere di Gela, la Sughereta di Niscemi, la Torre Manfria e diverse Zone di Protezione Speciale e Zone Speciali di Conservazione istituite dalla Regione. È inoltre classificata come IBA (Important Bird and Biodiversity Area), riconoscimento internazionale per la conservazione degli uccelli migratori.
Nonostante questi vincoli, denuncia il WWF, la caccia illegale resta diffusa. Negli ultimi anni le Guardie venatorie dell’associazione hanno segnalato decine di violazioni e denunciato numerosi cacciatori alla Procura di Gela, che ha aperto vari procedimenti penali per esercizio abusivo della caccia e abbattimento di specie protette.
“Da soli non possiamo farcela”
Durante la conferenza stampa di presentazione del video, Ennio Bonfanti, coordinatore regionale della vigilanza WWF in Sicilia, ha lanciato un appello: “Mettiamo il massimo impegno, anche a rischio personale, ma non possiamo fronteggiare da soli una situazione di così grave illegalità. I bracconieri agiscono nella quasi certezza dell’impunità. Chiediamo una risposta ferma da parte dello Stato e delle forze dell’ordine”. Il WWF prevede nei prossimi giorni incontri con le autorità locali e provinciali per rafforzare la collaborazione istituzionale e il presidio del territorio.
Numeri e disproporzioni
Secondo i dati diffusi dal WWF, nell’ambito territoriale di caccia che comprende Gela, Butera, Niscemi, Mazzarino e Riesi risultano registrati oltre 1.200 cacciatori, di cui circa 30 provenienti da altre regioni. Le Guardie venatorie WWF in servizio sono solo quattro. Nel mese di settembre hanno identificato sette cacciatori in attività in periodo di divieto, denunciato tre bracconieri e contestato nove sanzioni amministrative per addestramento abusivo di cani da caccia.
Volontari in prima linea
Le Guardie WWF, nominate con decreto prefettizio, operano come pubblici ufficiali e agenti di polizia giudiziaria. Sono volontari, non retribuiti, che collaborano con le forze dell’ordine per contrastare reati ambientali, dal bracconaggio all’inquinamento. In Sicilia, spiega l’associazione, rappresentano spesso “l’unico presidio reale contro le attività illegali che minacciano la fauna e l’ambiente”.
