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VIDEO | Caltanissetta, acqua a singhiozzo: cittadini e istituzioni chiamati al confronto

Claudia Maria Iannello
Claudia Maria Iannello

A Caltanissetta e in diversi comuni della provincia continuano a registrarsi pesanti difficoltà nell’erogazione idrica, con turnazioni irregolari, guasti frequenti e lunghi periodi di sospensione. Disagi che si riflettono sulla vita quotidiana delle famiglie e che hanno spinto istituzioni, comitati e gestori del servizio a confrontarsi sulle possibili soluzioni per far fronte a criticità che, ormai da tempo, mettono a dura prova l’intero territorio.

Le denunce di famiglie e associazioni

Il malcontento cresce soprattutto nei quartieri: il “Comitato delle Mamme”,guidato da Annalisa Sferrazza, ha ribadito che la mobilitazione non si è mai fermata. Nonostante le critiche, il gruppo ha continuato a lavorare “dietro le quinte”, convinto che solo l’unità dei cittadini potrà mettere fine a quello che viene definito un vero e proprio “incubo”. La presidente ha denunciato bollette salate per un servizio insufficiente, con acqua scarsa, di qualità discutibile e che spesso costringe le famiglie a ulteriori spese. Ha poi chiesto chiarezza sulla gestione dei pozzi e dei silos, strumenti che al momento – ribadisce – non stanno svolgendo il ruolo promesso.

Sulla stessa linea, il Codacons ha parlato di una situazione “intollerabile per un Paese civile nel 2025”, sottolineando come in città e in undici comuni la mancanza d’acqua o le forti riduzioni costituiscano una violazione di un diritto fondamentale. Da qui la richiesta dell’associazione di interventi immediati di Governo, Regione e gestori, insieme a risarcimenti per i cittadini danneggiati.

Tesauro e Mirisola: pressing su Siciliacque per l’aumento delle forniture

Dal fronte istituzionale, il sindaco Walter Tesauro, con una nota del 18 settembre, ha chiesto a Siciliacque e all’ATI un incremento delle forniture per fronteggiare la carenza. «Siamo disponibili alla collaborazione, ma fermi nel tutelare i bisogni primari dei nostri concittadini», ha sottolineato.

Accanto a lui, l’assessore alla Tutela dell’acqua, del suolo e dell’aria Marcello Mirisola ha spiegato al Quotidiano di Sicilia: «A Caltanissetta non c’è una crisi idrica generalizzata, ma un disservizio legato ai fermi di Siciliacque». Ha chiarito che, dopo gli interventi di manutenzione, le tubature necessitano di tempo per tornare a pieno regime, lasciando nel frattempo i cittadini senza acqua. Mirisola ha difeso il ruolo di Caltaqua, che avrebbe rimodulato i turni per servire tutte le zone, ma ha ribadito che senza un aumento delle forniture il sistema resta fragile: «Il Comune ha chiesto un incremento del 20% per cinque giorni consecutivi, per tornare a un’erogazione continua: ma se questo non avviene, l’acqua non arriva».

Sui silos idrici ha precisato che non verranno riattivati per evitare allarmismi, pur mantenendone quattro a disposizione per le scuole e altri pronti in caso di vera emergenza. E ha concluso: «I disagi sono pesanti, ma non si può parlare di crisi idrica. Serve affrontare il disservizio con responsabilità e collaborazione».

La tavola rotonda in Seminario: tra analisi tecniche e richieste di soluzioni

La questione è stata posta al centro della tavola rotonda promossa il 19 settembre dal Vescovo Mario Russotto presso l’Auditorium del Seminario Vescovile. L’iniziativa, aperta al pubblico, ha coinvolto sindaci, istituzioni locali, Ordini Professionali degli Ingegneri e dei Geologi, oltre al Direttore Generale di Caltaqua. Grandi assenti, invece, i vertici regionali e di Siciliacque.

Nel suo saluto introduttivo, mons. Russotto ha ricordato come l’emergenza idrica sia oggetto di confronti da anni, precisando che non è più tempo di semplici denunce ma di soluzioni condivise e concrete. A seguire, il direttore della Caritas diocesana e moderatore dell’incontro, Giuseppe Paruzzo, ha collegato il tema dell’acqua al più ampio quadro delle difficoltà del territorio nisseno, segnato da spopolamento e carenze infrastrutturali.

Gli interventi tecnici hanno delineato un contesto complesso: l’ingegnere Fabio Corvo ha richiamato l’urgenza di ridurre il divario infrastrutturale con procedure straordinarie, mentre i geologi Paolo Mozzicato e Marcello Frangiamone hanno sottolineato l’inadeguatezza delle strutture e la mancanza di bacini di raccolta in provincia, che costringe a ricorrere a forniture esterne. La docente Fiorella Falci del CESi – mediante una proposta in dieci punti – ha posto l’accento sulle responsabilità politico-amministrative della Regione nella gestione dell’emergenza.

Al confronto hanno partecipato, oltre ai tecnici, il sindaco di Caltanissetta Walter Tesauro, quello di Mussomeli Giuseppe Catania, il consigliere comunale Roberto Gambino, il Direttore Generale di Caltaqua Andrea Gallè e i geologi Burgio e Firrone.

L’incontro si è svolto in un clima costruttivo, con la condivisione di proposte operative – in particolare il completamento della diga di Blufi – la creazione di tavoli permanenti nei comuni e la sottoscrizione, da parte dei sindaci e delle istituzioni presenti, del documento promosso dal Vescovo Russotto come base di lavoro comune.

Ma nonostante i buoni propositi, le divergenze tra istituzioni e cittadini restano evidenti: in seguito, il Comitato di zona Gibil Habib, pur definendo l’iniziativa “lodevolissima e utile”, ha segnalato di non essere riuscito a intervenire pienamente, con due interventi tagliati nella fase conclusiva. Ha ribadito la volontà di completare la rete idrica della zona e di collaborare con Caltaqua per rendere il servizio di autobotti più accessibile. L’incontro, secondo il Comitato, avrebbe rappresentato un’occasione concreta per proporre soluzioni efficaci per le famiglie.

Oltre le denunce: la sfida delle soluzioni

Gli eventi recenti mostrano chiaramente come il disservizio idrico nisseno sia oggi al centro di una duplice sollecitazione: da un lato, cittadini e associazioni che non intendono più accettare disagi prolungati, dall’altro, l’Amministrazione comunale che spinge su Siciliacque per ottenere forniture più consistenti. L’appuntamento in Seminario ha offerto un’occasione di confronto istituzionale, ma resta ora la sfida più difficile: trasformare denunce e analisi tecniche – aldilà delle visioni divergenti – in risposte concrete, capaci di restituire ai cittadini nisseni un servizio idrico finalmente regolare, sicuro e dignitoso.

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