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VIDEO | Minacciato dagli abusivi a Palermo il deputato Ars Ismaele La Vardera: “Vattene, noi siamo mafiosi”

VIDEO | Minacciato dagli abusivi a Palermo il deputato Ars Ismaele La Vardera: “Vattene, noi siamo mafiosi”
Minacce a La Vardera

Come testimoniano le immagini pubblicate sui social dell’ex Iena, sono volate minacce e insulti rivolti al leader di Controcorrente con frasi “noi siamo mafiosi”

Scontro a Palermo tra gli abusivi e il deputato Ars e leader di Controcorrente Ismaele La Vardera che è stato anche minacciato dagli stessi vetturini. A raccontarlo è lo stesso deputato tramite i suoi canali social con un video di denuncia. “Noi siamo mafiosi“, ripetono a La Vardera che aveva sollevato il problema dell’abusivismo.

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La Vardera: “Ho chiesto un incontro col Prefetto. Lo Stato batta un colpo”

Il tutto è nato quando il deputato Ars Ismaele La Vardera ha segnalato la presenza di carrozze abusive in pieno centro storico a Palermo. Da lì, come testimonia un video pubblicato nei social dell’ex Iena, sono volate minacce e insulti rivolti al leader di Controcorrente con frasi “noi siamo mafiosi” o “sei un figghi i p….”.

“Il signore che ha ribadito di essere mafioso – dice La Vardera nel video denuncia – appartiene alla categoria di coloro che sfruttano i cavalli. Questa mattina li ho ribeccati in maniera abusiva in centro a Palermo a trainare cavalli. Davanti alla Polizia mi hanno minacciato dicendomi ogni tipo di parole e soprattutto rivendicando di essere mafiosi. La mia domanda è dov’è il sindaco? Io non mi fermo e chiederò un incontro al Prefetto. Non è possibile dare la città in mano alla criminalità.

“La nostra segnalazione era corretta. – prosegue il deputato – Infatti, la carrozza è stata sequestrata in quanto mezzo abusivo. Alle 10.00 del mattino nella piazza più importante di Palermo nessuno se ne era accorto. Ho chiesto di essere sentito dal Prefetto dinnanzi a queste gravi minacce e queste affermazioni di essere mafiosi. Questa città va liberata da quei soggetti che pensano di fare quello che vogliono. Io ci metto la faccia, ora lo Stato batta un colpo“.