VIDEO | Ponte, l’ultimo miglio prima dei lavori. Ciucci al QdS: “Cantieri entro l’anno” - QdS
6 Marzo 2025

VIDEO | Ponte, l’ultimo miglio prima dei lavori. Ciucci al QdS: “Cantieri entro l’anno”

VIDEO | Ponte, l’ultimo miglio prima dei lavori. Ciucci al QdS: “Cantieri entro l’anno”

Hermes Carbone  |
sabato 01 Febbraio 2025

Il sottosegretario Morelli: “Via libera Cipess in tempi strettissimi, non si torna indietro”. L'intervista del QdS a Pietro Ciucci, ad Stretto di Messina

MESSINA – Potenziamento infrastrutturale, messa a terra delle opere propedeutiche alla realizzazione del collegamento stabile tra Sicilia e Calabria. E, quindi, ampio spazio al tema del ponte sullo Stretto. L’appuntamento che prevedeva la stipula della concessione di Rfi al Comune di Messina dell’area da oltre 50 mila mq delle Ex Officine Gazzi, è divenuta l’occasione per riunire intorno allo stesso tavolo gli stakeholders sponda sicula interessati alla realizzazione della mega opera.

Il ministro delle Infrastrutture, Matteo Salvini, il cui collegamento con la cerimonia di ratifica è saltato all’ultimo istante, ha espresso ”grande soddisfazione per la firma del protocollo d’intesa per il potenziamento infrastrutturale e la rigenerazione di aree del gruppo Fs a Messina”. È quanto si legge in una nota del Mit. “La realizzazione del ponte sullo Stretto – dichiara ancora il ministro – si conferma strategica per riqualificare, investire e migliorare il territorio, anche in aree che negli ultimi anni non hanno avuto l’attenzione che invece meritano. La nostra convinzione è che il ponte sarà un modello per tutta Europa e non solo, garantendo benefici economici a tutta Italia”.

A far eco a Salvini e garantire sui tempi di approvazione dell’opera al Cipess è stato il sottosegretario di stato Alessandro Morelli, sottolineando come l’obiettivo del governo sia quello di mettere ‘la prima pietra’ in tempi brevissimi” perché “una volta avviato un processo non si torna mai indietro”. L’esponente leghista si è espresso positivamente sull’“ottima sinergia con la Regione Siciliana e il Comune di Messina, di cui l’accordo firmato oggi ne è un esempio concreto”.

La firma sul protocollo è stata anche l’occasione di rivedere in città, tra gli altri, Pietro Ciucci, numero uno della società Stretto di Messina, intervenuto in esclusiva ai microfoni del Quotidiano di Sicilia. Dal prossimo passaggio del Cipess all’assoluzione nel processo che lo ha visto coinvolto per vicende accadute ai tempi della presidenza Anas. Fino alla ritrovata sinergia istituzionale tra tutti gli enti coinvolti: un passaggio non banale dopo le tensioni degli scorsi mesi con il sindaco Basile.

Amministratore, parte con una buona stella il suo ritorno in Sicilia dopo l’assoluzione nel processo che la vedeva imputato per il viadotto Scorciavacche, quando all’epoca era ancora presidente dell’Anas. Una spinta che restituisce linfa anche in ottica ponte.
“Si tratta di certo di un aspetto positivo per me, perché per dieci anni sono stato condizionato da una incertezza, da quasi un accanimento. Poi alla fine dei dieci anni è stato accertato che il fatto non è stato commesso. Pur mantenendo la fiducia nella giustizia, dico che si poteva accertare un pochino prima che il fatto non sussisteva. Peraltro sottolineo che non era vero che il viadotto Scorciavacche fosse crollato: piuttosto, si è trattato di un modesto cedimento di un rilevato verificatosi quando il collegamento era chiuso al traffico. Quindi nessun rischio per nessuno e un danno veramente limitato. Ma comunque è un buon segnale ovviamente e spero che la cosa sia ormai finita qui”.

Oggi si è tornati a parlare di ponte anche con la presenza di Morelli qui a Messina insieme a tutte le istituzioni che finalmente sembra abbiano fatto quadro comune. Un passaggio non banale dopo i contasti passati con il Comune di Messina per poter procedere sul territorio a tutte quelle che sono le opere connesse con la realizzazione del ponte.
“Oggi è una giornata positiva per il progetto Ponte sullo Stretto, ma io direi positiva per Messina. Noi siamo messinesi di adozione, noi tifiamo per la città, vogliamo che la città abbia soluzioni e vantaggi dalla realizzazione del ponte. Oggi abbiamo partecipato alla firma di questo protocollo che riguarda l’acquisizione di un’area importante, insieme a quelle che in prospettiva saranno liberate per il ponte. Oggi il protagonista principale è RFI e il gruppo Ferrovie, ma noi abbiamo svolto senz’altro un’opera di stimolo, di attrazione, come possiamo fare in tante altre situazioni. Giustamente lei dice che è stata registrata una rinnovata sintonia, questo è un aspetto positivo nella positività della giornata, una sintonia di istituzioni centrali, regionali, comunali con il sindaco Basile che ci fa essere ottimisti e positivi sui futuri passaggi impegnativi per la realizzazione dell’opera”.

Il prossimo passaggio da questo punto di vista è quello del Cipess, dove in questo momento l’opera è ancora in attesa del via libera dopo l’ok di Commissione Scientifica e Commissione VIA – Vas. Parlava di febbraio o metà marzo come possibile data di sblocco?
“Il prossimo passaggio procedurale è quello dell’approvazione del Cipess, chiamato ad approvare il progetto definitivo, il piano finanziario e accertare l’intera copertura del fabbisogno finanziario. Diceva prima il presidente Schifani, non un project financing ma un’opera pubblica realizzata interamente con fondi pubblici. Se poi avremo la possibilità di avere anche dei fondi europei meglio ancora. Ne verrà un vantaggio anche in termini economici per gli utilizzatori futuri del Ponte sullo Stretto, perché pagheranno un pedaggio molto più basso rispetto all’attuale costo del traghettamento. Dopo il Cipess passeremo alla fase realizzativa, che vuol dire progettazione esecutiva, prime attività sul territorio. Un progetto di queste dimensioni parte con una gradualità da un punto di vista ingegneristico, ma ci saranno sul territorio nel corso già di quest’anno i primi importanti cantieri”.

ponte sullo stretto

Dal coinvolgimento dell’Ingv al rischio terremoti, se il servizio pubblico dice bugie seminando paura

Su Report l’intervista al presidente dell’Istituto di geofisica, Carlo Doglioni: la risposta di Webuild e Stretto Spa

Confusione. Possibilità di instillare nel telespettatore un dubbio. Il tutto in un momento in cui il giudizio del Cipess, l’organismo interministeriale chiamato a dare il via libera definitivo riguardo il collegamento stabile tra Sicilia e Calabria, continua a tardare. Con tempi che rischiano di influenzare anche il giudizio dell’opinione pubblica nei confronti del ponte sullo Stretto. Quanto basta, secondo il Consorzio Eurolink e il gruppo WeBuild – in predicato della realizzazione del progetto del ponte sullo Stretto – per presentare formale denuncia penale e richiesta danni” nei confronti di Report, la seguitissima trasmissione di inchiesta giornalistica in onda ogni domenica sera su Rai Tre e al centro delle polemiche nel corso delle ultime due settimane. A far saltare il banco la querelle sul coinvolgimento dell’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia nell’elaborazione del progetto definitivo del ponte. Un coinvolgimento che secondo l’Ingv – ha detto il presidente Doglioni a Report – non ci sarebbe mai stato.

Nella ricostruzione di Doglioni, due ricercatori appartenenti all’Istituto avrebbero agito di loro personale iniziativa nel rilasciare parere positivo di conformità dell’opera. A “smentire” la trasmissione di Report, i vari comunicati stampa diffusi dal gruppo WeBuild. Tra questi, la prova del pagamento risiederebbe in una fattura – non in nostro possesso – emessa nei confronti dell’Ingv per circa 27 mila euro. Una somma che secondo Report non sarebbe congrua, o quantomeno insufficiente rispetto al costo miliardario dell’opera.

Sul punto, la Società Stretto di Messina ha spiegato, in aggiunta, che “non esiste alcun dettato normativo che preveda una ‘validazione’ da parte dell’Istituto”. Al riguardo, prosegue la Società, “si ricorda che ricercatori dello stesso Istituto hanno collaborato con il Contraente Generale Eurolink sia nella fase di redazione del Progetto definitivo del 2011, sia nel recente aggiornamento. Tale recente aggiornamento è stato sviluppato da ricercatori Ingv non ‘a titolo personale’ ma in attuazione di un accordo scientifico tra l’Ingv, il Dipartimento Scienze della Terra dell’Università la Sapienza di Roma e il Contraente generale Eurolink. In particolare, tali attività hanno riguardato la ulteriore definizione nel dettaglio del quadro geosismotettonico, non solo mediante analisi bibliografiche, ma anche mediante rilievi in sito, prospezioni geosismiche, sondaggi geognostici. Giova ricordare, come ha espressamente dichiarato Eurolink, anche a mezzo stampa, che l’accordo citato è stato firmato dal Presidente dell’Ingv e pertanto l’Istituto non può dissociarsi dai contenuti emersi dalla ricerca svolta”.

Non siamo geologi, ma proviamo a entrare nel merito affidandoci ai principali portali di settore che illustrano le tariffe per lavori indipendenti. La media tra i portali italiani rivolti a professionisti presi in considerazione, oscilla tra i 500 e i 5000 euro per la valutazione di un progetto con cifre che variano in base all’estensione del terreno e alla complessità dell’opera da realizzare. Se i circa 27 mila euro + Iva pagati per due professionisti che si sono espressi sul rischio sismico prodotto nel progetto definitivo siano quindi congrui o meno, può giudicarlo il lettore.

Nel citare Report, anche Webuild ha reso pubbliche nove pagine di documenti che smentiscono le affermazioni diffuse dal programma. Il gruppo ha rinforzato la propria posizione condividendo a mezzo stampa i documenti con tutti i pareri forniti dall’Ingv: quelli risalenti al 2011, in fase di redazione del progetto, e quelli del 2024, durante il suo aggiornamento. Tradotto: i geologi avrebbero agito per conto dell’Istituto, non in maniera indipendente.

In una lunga nota, la Società Stretto di Messina ha poi risposto, punto per punto, ad altre delle questioni riguardanti l’opera per esprimere la propria versione dei fatti. Tra i temi toccati, e già ampiamente chiariti, le 68 prescrizioni della Commissione Via – Vas, il franco navigabile, i 300 milioni di euro di costi fin qui sostenuti dalla SdM, in linea con i costi di progettazione di mega opere in Europa.

E poi ancora il progetto esecutivo per fasi, voluto dal governo, il sistema di sospensione dei cavi e il modo in cui impatterà sul territorio, i dubbi sulla presenza della faglia di Cannitello e il rischio sisma presente nell’area. Tutti aspetti definiti, in dettaglio, proprio a Messina, che dall’aprile del 2024 ha ospitato a palazzo Zanca con cadenza regolare la commissione ponte.

Il collegamento stabile tra le due sponde dello Stretto è stato progettato per resistere anche a un evento catastrofico come quello che rase al suolo il capoluogo peloritano nel dicembre del 1908, la cui probabilità di replica è stata determinata da riviste scientifiche in 1500-2000 anni. Come confermato anche dal numero uno del Mit durante un question time alla Camera, qualora l’area fosse investita da un terremoto di tale portata, il Ponte sullo Stretto sarebbe l’unica opera a restare in piedi.

La commissione Via – Vas si è pronunciata dicendo che questa la realizzazione del ponte creerà un danno irreparabile”. Così ha commentato lapidaria la senatrice del M5S Barbara Floridia al programma Report. Ma, è opportuno sottolinearlo, nelle quasi 700 pagine della relazione stilata dai tecnici della Commissione Via Vas del ministero dell’Ambiente a proposito della valutazione delle integrazioni al progetto definitivo presentate lo scorso 12 settembre dalla società Stretto di Messina, non c’è scritto questo. Come confermato dai tecnici del Mase nella relazione, “non è possibile escludere che il progetto determinerà incidenza significative”, ma nessun “danno irreparabile”, come invece spiegato dalla senatrice del M5S.

Si tratta del problema che ha messo in stand by anche il Cipess, in attesa di una deroga che dovrebbe giungere da parte dell’Ue, il cui Trans Commitee proprio in questi giorni ha in programma una serie di incontri a Bruxelles. Né Stretto di Messina né vertici del Mit contattati dal QdS hanno però confermato se all’ordine del giorno sia presente o meno il collegamento stabile tra Sicilia e Calabria.

“Considerati anche i ritorni sotto forma di investimenti dell’insieme delle imprese e dei consumi dei 36mila 700 occupati stabili, per un costo d’opera previsto di 13,5 miliardi si avrà un contributo complessivo di 23,1 miliardi al Pil del Paese, un gettito fiscale per lo Stato di 10 miliardi, un contributo complessivo di 22,1 miliardi ai redditi delle famiglie, 10,9 miliardi di redditi da capitale, 8,8 miliardi di redditi da lavoro e 3,4 miliardi di imposte indirette”. Ad affermarlo lo scorso marzo a Palermo è stato Dino Ferrarese, citando lo studio di “Openeconomics” sull’impatto socio-economico del “sistema Ponte sullo Stretto-opere collegate”.

Linfa che continua a essere vitale in una Sicilia che, report Istat alla mano, continua a sganciarsi dal progresso del Nord. E una Italia che prosegue il suo viaggio a due velocità. In attesa del ponte sullo Stretto e degli oltre 22 miliardi di euro di investimenti di Rfi solo per la Sicilia. Una cifra mai vista dal dopoguerra a oggi e pressoché inutile in funzione dell’arrivo dell’alta velocità, se non correlata proprio alla costruzione del collegamento stabile tra le due sponde dello Stretto.

L'assessore Alessandro Aricò
L’assessore Alessandro Aricò

L’assessore Aricò: “Opera strategica che sosterremo”

MESSINA – “Il Ponte sullo Stretto è un’opera strategica che abbiamo sempre sostenuto con convinzione perché rappresenta un passo importante verso un futuro in cui la Sicilia sarà sempre più connessa, sicura e competitiva. Per questo motivo come Regione contribuiamo, con 1,3 miliardi di euro, alla sua realizzazione. Nello stesso tempo, siamo in prima linea per realizzare tutte le opere connesse, a partire dal miglioramento del sistema viario. Non a caso, nell’ambito dell’accordo con il governo nazionale sul Fondo di sviluppo e coesione, abbiamo stanziato 300 milioni di euro per migliorare le nostre autostrade, a cominciare dalla Palermo-Messina e dalla Messina Catania. Il governo Schifani crede fermamente nelle potenzialità di questa terra e stiamo lavorando incessantemente per realizzare progetti che possano contribuire a renderla una regione all’avanguardia nel panorama nazionale ed europeo”. Lo ha detto l’assessore regionale delle Infrastrutture, Alessandro Aricò.

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