La tensione è alta, ci sono stati scontri e arresti
Il ritrovamento di sei ostaggi israeliani, nelle mani di Hamas, morti ha fatto esplodere le proteste dei cittadini e le pressioni internazionali contro il governo di Netanyahu. A Tel Aviv è in corso uno sciopero nazionale, aeroporti, scuole e anche ospedali sono parzialmente chiusi, con manifestazioni oceaniche per chiedere al governo di trovare un accordo con Hamas per la liberazione di tutti gli ostaggi, proteste appoggiate anche dall’opposizione. La tensione è alta, ci sono stati scontri e arresti.
Ad ora resta inalterata la risposta del governo, che persegue l’obiettivo di sconfiggere Hamas e secondo cui, nelle parole del ministro della Sicurezza nazionale Itamar Ben Gvir, “coloro che attribuiscono la colpa al governo israeliano fanno eco alla propaganda di Hamas”.
Proteste in Israele, il ruolo degli Stati Uniti
Ma dopo la morte di un cittadino americano, uno dei sei ostaggi trovati senza vita, la volontà degli Stati Uniti di chiudere un accordo si fa più pressante, anche in vista delle elezioni di novembre. Il presidente americano Joe Biden incontrerà di persona, insieme con la candidata democratica alla Casa Bianca Kamala Harris, i negoziatori americani alla guida delle trattative. Secondo indiscrezioni gli Usa starebbero definendo con Egitto e Qatar l’ultima versione di un accordo “prendere o lasciare” che intendono presentare a Israele e Hamas nelle prossime settimane.
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