Il vino siciliano si conferma in vetta agli indici di gradimento mondiali, registrando dati importanti anche in controtendenza rispetto alle flessioni del mercato globale. Il gradimento dei consumatori per i vini siciliani è stato confermato al VinItaly e anche dallo studio condotto da Nomisma su un campione di mille consumatori abituali.
Il wine monitor, condotto su mille italiani mediante i quali è stato valutato il posizionamento dei vini regionali, ha confermato che la produzione siciliana è e rimane tra le prime scelte e non soltanto per i gustosi e corposi vini rossi.
Sulle tavole degli italiani, per gli aperitivi, e anche all’estero, cresce infatti l’apprezzamento dei vini bianchi della Sicilia. In particolare l’Inzolia e il Grillo. Il solo Grillo, nel 2023, ha rappresentato un volume da 17 milioni di euro nella grande distribuzione italiana. Oltre 23 milioni di bottiglie. La Sicilia è quindi il secondo vigneto d’Italia, come ha correttamente affermato Antonio Rallo, ad di Donnafugata e presidente del consorzio di tutela dei vini DOC siciliani. Con i suoi 97.000 ettari di coltivazione e le sue 7.202 aziende viticole, la Sicilia è infatti seconda soltanto al Veneto, che viene però battuto quando si tratta di coltivazioni biologiche.
L’isola è in questo settore leader indiscusso con circa il 30% di vigneti bio. Una dote naturale, quella dei vigneti siciliani, che ha spinto tre delle più importanti cantine vinicole dell’isola (Planeta, Tasca e Rallo), già nel 1998, a pensare ancora più in grande con la costituzione di Assovini Sicilia. Un percorso tracciato che è stato subito colto, nel suo potenziale, da Unicredit che quest’anno festeggia quindici anni di partnership con Assovini Sicilia.
Proprio nella sede palermitana dell’istituto di credito, questa mattina si è tenuto un incontro nel quale è stata presentata l’edizione 2024 di Sicilia en Primeur, l’annuale anteprima dei vini siciliani organizzata da Assovini Sicilia, in programma a Cefalù dal 9 all’11 maggio. Cultivating the future, il tema di Sicilia en Primeur 2024, ripercorre le tappe più significative di Assovini Sicilia – dalla nascita ad oggi – proiettandosi verso il futuro.
“È un racconto della Sicilia – ci spiega Mariangela Cambria, presidente di Assovini Sicilia – e saranno presenti oltre cento giornalisti da tutte le parti del mondo per scoprire il nostro vino”. Un vino in cui crede Unicredit, come ci conferma il regional manager Sicilia Salvatore Malandrino: “Il vitivinicolo è un settore fortemente identitario del nostro territorio che grazie anche alle ottime performance rappresenta un significativo volano di crescita per la Sicilia”.
Malandrino ha ricordato poi che la Sicilia è tra le top five per vini di qualità, “una regione di eccellenza orientata al biologico e alla sostenibilità” la cui somma di valori conferisce al settore un valore di crescita economica in cui Unicredit continua a investire.
Il comparto vitivinicolo siciliano è quindi un settore su cui investire, e lo confermano anche i dati esposti da Nomisma: le vendite di vini Dop regionali nella grande distribuzione organizzata sono cresciute del 5,3% a valore (contro una media nazionale del +3,4%) e del +0,3% a volume (contro un calo del -1,9%).
Cresce anche il brand Sicilia: le etichette siciliane si sono piazzate al quinto posto dietro i vini di Piemonte, Toscana, Veneto e Friuli Venezia Giulia. Fra i vini rossi l’Isola scende al sesto posto ma risale al terzo per i vini bianchi. A guidare questa crescita “bianca” è il Grillo. I vini bianchi e le colture biologiche trainano quindi la Sicilia, che resiste alla contrazione dei raccolti di uve dell’ultima vendemmia dovuta agli eventi climatici estremi e all’attacco della peronospora.
Sul fronte delle esportazioni, nel 2023 accusano una lieve flessione i vini rossi DOP (-4%) mentre cresce l’export di vini fermi bianchi DOP (+ 7%). L’export di vini bianchi DOP siciliani cresce negli Stati Uniti (+29%), seguito dal Canada (+13,9%) e dalla Germania (+6,8%). Per i rossi DOP siciliani la maggiore crescita dell’export si ha con la Francia (+7,5%), seguito dal Regno Unito (+6,8%). Anche all’estero i vini siciliani trovano pertanto importanti volumi di richiesta. Le sanzioni inflitte alla Russia hanno chiuso un mercato, ma si punta adesso verso una implementazione delle esportazioni in Asia.