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Vinitaly.USA: da Chicago segnali di ripresa per il vino italiano

Vinitaly.USA: da Chicago segnali di ripresa per il vino italiano

Oltre 2.200 operatori da Stati Uniti, Canada e Messico: +47% su 2024

Milano, 7 ott. (askanews) – Si è conclusa ieri sera al Navy Pier di Chicago la seconda edizione di Vinitaly.USA, la rassegna dedicata al vino italiano organizzata da Veronafiere-Vinitaly con Italian Trade Agency, Fiere Italiane e la Camera di Commercio italiana americana del Midwest. La manifestazione, svoltasi il 5 e 6 ottobre, ha registrato oltre 2.200 operatori professionali provenienti da Stati Uniti, Canada e Messico, in aumento del 47% rispetto al 2024.

Secondo gli organizzatori, l’evento ha confermato un clima di maggiore fiducia dopo un periodo complesso per il mercato, segnato dalle incertezze legate ai dazi e alla congiuntura economica. Le 250 aziende espositrici, il 20% in più rispetto alla prima edizione, hanno presentato circa 2.000 etichette. Importatori e distributori hanno mostrato una rinnovata disponibilità a discutere programmi di vendita e nuovi progetti, segnale di un atteggiamento più costruttivo verso le prospettive del vino italiano negli Stati Uniti.

Nei diversi incontri promossi durante Vinitaly.USA, tra cui wine2wine Vinitaly Business Forum e Vinitaly Tourism, sono stati approfonditi i temi legati alla promozione e al posizionamento dei vini italiani nel primo mercato mondiale per valore dell’export, pari a 1,9 miliardi di euro. Gli interventi hanno evidenziato come il comparto stia affrontando una fase di trasformazione profonda, con nuove sfide legate ai comportamenti di consumo e alle modalità di comunicazione.

Particolare attenzione è stata dedicata al rapporto con i consumatori più giovani, in particolare Millennials e Gen Z, individuati come pubblici strategici per la crescita del settore. Queste generazioni, abituate a vivere in contesti digitali, mostrano interesse per i marchi che esprimono autenticità, identità e coerenza, più che per il solo prezzo. È emersa l’importanza della visibilità online e della narrazione: per le nuove generazioni, un vino che non comunica sui canali digitali è percepito come assente dal mercato.

Lo storytelling, l’engagement digitale e la valorizzazione dei vitigni autoctoni, di cui l’Italia detiene un patrimonio unico, sono stati indicati come gli strumenti più efficaci per consolidare la presenza del vino italiano sul mercato statunitense. La necessità di un approccio coordinato nella promozione e nella distribuzione è stata inoltre ritenuta decisiva per rafforzare la competitività complessiva del settore.

“Vinitaly.USA ha saputo rispondere con determinazione al contesto di incertezza di questo ultimo anno, come dimostra l’aumento degli operatori del 47% rispetto al 2024” dichiara il presidente di Veronafiere, Federico Bricolo, che definisce la manifestazione “un successo del sistema Paese”, sottolineando la presenza del ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida, del presidente di Italian Trade Agency Matteo Zoppas e di numerose istituzioni e associazioni di categoria.

“Il risultato ottenuto a Chicago – precisa il direttore generale di Veronafiere, Adolfo Rebughini – conferma la forza del brand Vinitaly e la credibilità di un approccio di sistema che unisce istituzioni e imprese. La crescita degli operatori e la qualità del confronto testimoniano il valore strategico del progetto per rafforzare le relazioni commerciali e sviluppare nuove opportunità sul mercato nordamericano”.

La presenza a Vinitaly.USA delle principali testate internazionali del settore, tra cui Wine Spectator, Decanter e Wine Enthusiast, ha dato ulteriore visibilità all’iniziativa. Proprio Wine Spectator, durante la rassegna, ha annunciato la lista dei produttori selezionati per OperaWine 2026, confermando la centralità del mercato statunitense per il vino italiano.

L’impegno di Veronafiere nella promozione internazionale proseguirà nei prossimi mesi con una serie di appuntamenti in Asia ed Europa, in vista di Vinitaly 2026, in programma a Verona dal 12 al 15 aprile. Tra le tappe annunciate figurano Tokyo, Belgrado, Tirana, Bangkok e Mumbai, oltre a nuove iniziative in Polonia, Norvegia e Cina. Un calendario che conferma la volontà di mantenere attivo il dialogo con i mercati esteri, rafforzando il ruolo del vino italiano come ambasciatore del made in Italy nel mondo.