Roma, 15 mag. (askanews) – La pubblicazione del bando per la promozione del vino nei Paesi terzi rappresenta un sostegno importante per un settore che proprio ai mercati extra Ue destina sei bottiglie su dieci tra quelle esportate, per un valore nel 2024 di 4,9 miliardi e un importante potenziale di ulteriore crescita. Lo sottolinea Coldiretti nel commentare l’annuncio del Masaf sulla nuova misura dell’Ocm Vino, con una dotazione di 98 milioni di euro.
Una novità importante per le imprese che cade in un momento delicato per il Vigneto Italia. Se i primi segnali dell’export nel 2025 vedono il segno positivo, lo spettro dei dazi di Trump alimenta infatti l’incertezza delle cantine, considerato che proprio quello Usa è il primo mercato di riferimento in valore.
A minacciare i record del vino italiano, sottolinea Coldiretti, sono anche le infondate campagne di criminalizzazione. Proprio grazie all’impegno del Governo su iniziativa di Coldiretti e Filiera Italia era stato sventato il rischio che il vino potesse essere penalizzato proprio nei programmi di promozione Ue.
E anche la battaglia contro l’idea di apporre delle etichette allarmistiche “sta dando i suoi frutti”, con le rassicurazioni arrivate dai Commissari europei Hansen e Varhelyi nel recente incontro con Coldiretti al Vinitaly, mentre l’Irlanda, il Paese che aveva lanciato l’iniziativa di apporre scritte terroristiche sulle bottiglie, sembra intenzionata alla marcia indietro.
“Quella delle etichette allarmistiche è una follia tutta ideologica che rischia di danneggiare un settore fondamentale per l’agricoltura europea e veicolo di cultura nel mondo – ha ricordato Ettore Prandini, presidente di Coldiretti – Continueremo a batterci in tutte le sedi contro scelte senza fondamento scientifico che non distinguono tra consumo consapevole e abuso”.
Si continua al contempo a lavorare per attenuare gli effetti delle guerre commerciali. “Abbiamo chiesto espressamente all’Europa di non toccare nei contro dazi al momento fortunatamente sospesi nessun prodotto alcolico americano perché questo settore fondamentali resti fuori da dispute – sottolinea Luigi Scordamaglia, amministratore delegato di Filiera Italia – Stiamo continuando anche ad avviare iniziative congiunte con i produttori e distributori americani, affinché si capisca che i dazi sono strumento perdente per tutti”.

