Milano, 11 dic. (askanews) – Nico Conta conclude il suo mandato alla guida della Enrico Serafino 1878, chiudendo una fase durata nove anni che ha accompagnato la crescita e il riposizionamento della storica azienda di Canale. La decisione, condivisa con Kyle J. Krause, imprenditore statunitense proprietario della holding che controlla la Cantina, arriva al termine del percorso che aveva portato Conta alla presidenza con l’obiettivo di rafforzare il marchio sui mercati e consolidarne la struttura. Nel congedarsi dal ruolo ha ricordato il valore dell’esperienza maturata. “Dopo questa esperienza così gratificante mi attende un breve periodo di riposo in attesa del prossimo progetto su cui lavorare. Il mondo del vino – ha sottolineato – ha ancora molto da fare e la voglia di continuare a farne parte non mi manca”.
Conta ha guidato le attività italiane del Gruppo Krause mettendo a disposizione un’esperienza di oltre trent’anni nel mondo del vino, dello Champagne e del Metodo Classico. Il suo mandato ha accompagnato un’operazione di rebranding che ha rinnovato la comunicazione dell’azienda e ne ha riposizionato l’identità sui mercati esteri e domestici, grazie al lavoro della squadra composta da Lino Lanfrancone, Erika Abate e Paolo Giacosa. La rete commerciale, orientata in particolare al canale Horeca, ha contribuito ad ampliare la presenza internazionale, oggi estesa a 35 Paesi.
Guardando alle trasformazioni in corso, Conta ha letto la fase critica del settore come una questione interna alla filiera. “A mio parere, ancor prima che per cause esterne, la crisi del mondo del vino è dei produttori” ha spiegato, osservando che “il vino richiede decenni per essere pensato, realizzato e venduto. Se non si ha una visione chiara del percorso da seguire ci si trova, come nel caso attuale, con azioni già vecchie e sbagliate prima ancora di essere pienamene realizzate”. Ha aggiunto che “dovremmo occuparci meno di grammi litro di acidità e più di analizzare e interpretare, in un’ottica di medio-lungo periodo, i segnali che il mondo esterno ci manda creando politiche anticicliche portatrici di stabilità”, richiamando “un approccio strategico e non solo tattico, più consapevole e meno umorale”.
Proprio una visione strategica ha ispirato il lavoro di presidenza, in particolare il forte investimento nella denominazione Alta Langa, con l’obiettivo di recuperare l’eredità storica dell’azienda che, sin dalla fondazione nel 1878, aveva creduto nel Metodo Classico. La spinta innovativa ha portato alla creazione di etichette come l’Alta Langa Docg Metodo Classico Riserva Pas Dosé “Zero 140” e l’Alta Langa Docg Metodo Classico Pas Dosé Blanc de Noirs “M+M 18 Perpetuelle Sbagliato”, progetti considerati tra gli esperimenti più originali della denominazione e destinati probabilmente a lasciare un segno nel suo sviluppo futuro.
Il pensiero rivolto al settore nel suo insieme ha trovato un’ulteriore applicazione nel progetto Meunier in Piemonte, iniziativa che punta a rendere disponibile questo vitigno da spumante a tutti i produttori regionali nell’arco di pochi anni. L’obiettivo è ampliare le possibilità varietali del territorio e contribuire alla crescita complessiva della produzione Metodo Classico piemontese, con un approccio che unisce innovazione, ricerca agronomica e una visione condivisa del futuro della viticoltura.

